La Basilicata, povera nonostante il petrolio: "Con le royalty, reddito minimo ai disoccupati"

La Basilicata, povera nonostante il petrolio: "Con le royalty, reddito minimo ai disoccupati"
POTENZA - La Basilicata è soprannominata 'Lucania Saudita' per le estrazioni petrolifere nella Val d'Agri, ma è paradossalmente una delle regioni più povere di...

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POTENZA - La Basilicata è soprannominata 'Lucania Saudita' per le estrazioni petrolifere nella Val d'Agri, ma è paradossalmente una delle regioni più povere di Italia. Ora però l'amministrazione regionale ha deciso di investire le royalty del suo 'oro nero' per garantire un reddito minimo ai disoccupati con un assegno firmato per circa 8mila famiglie bisognose.


Sette Regioni italiane sono intenzionate a garantire un salario minimo a chi è senza lavoro: la Lombardia, la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, il Molise, la Puglia e appunto la Basilicata, a cui vanno aggiunte le province autonome di Trento e Bolzano. A differenza delle altre regioni, la Basilicata non utilizzerà i fondi europei sul reinserimento nel mercato del lavoro, ma pagherà al 95% con gli indennizzi incassati dalle compagnie che estraggono il petrolio. La Regione ha già approvato il regolamento e sta per pubblicare i bandi per gli aventi diritto.

I BENEFICIARI Potranno beneficiare del reddito minimo i lavoratori per i quali scade la cassa integrazione in deroga e le famiglie con un reddito inferiore a una certa soglia. Una volta vinto il bando i comuni lucani presenteranno progetti per lavori di pubblica utilità per i quali impiegheranno i disoccupati. Si tratta di circa 500 euro al mese per un periodo di un anno.

"Fino a ieri - spiega il presidente della giunta regionale Marcello Pittella (Pd) - con i proventi petroliferi pagavamo una carta sconto sui carburanti indistintamente a tutti i residenti in Basilicata. Adesso abbiamo deciso di concentrare le risorse a beneficio della fascia più svantaggiata della popolazione. La Basilicata ha fatto grandi passi avanti: la percentuale di chi non gode di un reddito sufficiente è passata dal 50% al 38% ma non ci può essere sviluppo se la società viaggia a due velocità".

Sin da quando sono sorti i primi pozzi petroliferi la Basilicata ha dovuto pagare un prezzo ambientale molto alto e per questo, nonostante la possibilità di accumulare nuove risorse, continua a dire no alle trivellazioni in mare e a nuovi giacimenti sulla terraferma. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia