Avellino, tragedia in corsia al «Moscati»: muore giovane madre

Avellino, tragedia in corsia al «Moscati»: muore giovane madre
È finita in tragedia la seconda gravidanza di Monica Nardone, professionista 39enne di Venticano già mamma di un bambino di sei anni e moglie di un noto...

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È finita in tragedia la seconda gravidanza di Monica Nardone, professionista 39enne di Venticano già mamma di un bambino di sei anni e moglie di un noto imprenditore, Nico Ciarcia. Da qualche giorno la donna, alla sesta settimana di gestazione, accusava continui conati di vomito e dolori allo stomaco: da qui la decisione, condivisa anche dal ginecologo che la stava seguendo, di effettuare il ricovero, avvenuto lunedì 9 maggio, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale «Moscati» di Avellino per sottoporsi a una serie mirata di accertamenti. I disturbi classici della gravidanza si stavano rivelando un inquietante campanello d'allarme per la giovane che desiderava tanto, e lo aveva confidato a più di un'amica, avere un altro bambino.


L'insorgenza però di alcune complicazioni hanno indotto la 39enne a effettuare controlli più incisivi e precauzionali, nulla però lasciavaa presagire un epilogo così sciagurato.La sera prima aveva tranquillizzato il marito e i familiari che volevano farle compagnia durante la notte. Invece ieri mattina, intorno alle sei, la giovane di Venticano, figlia di un apprezzato perito agrario, Vincenzo, è stata rinvenuta esanime nel suo letto da un'infermiera di turno e dal pediatra, Rinaldo Trodella, amico di famiglia, che era passato in camera per salutarla. Il medico ha accusato un malore. Sono stati allertati i soccorsi e avviate tutte le procedure del caso, ma purtroppo per Monica Nardone Nardone non c'è stato nulla da fare. Il responsabile del reparto, Giovanni Russo, ha chiamato gli anestesisti nel tentativo estremo di rianimare la giovane gestante: la speranza si è presto vanificata davanti a quella realtà che nessuno tra il personale sanitario voleva accettare.

Ed è stato proprio il dottore Russo a chiedere che fosse disposto l'esame autoptico per fugare ogni dubbio. L'attuale commissario straordinario dell'azienda ospedaliera di contrada Amoretta, Pino Rosato, impegnato per un convegno fuori provincia è stato subito informato dell'accaduto e ha dato ampia disponibilità a collaborare con l'autorità giudiziaria che ha aperto un fascicolo d'inchiesta a riguardo. Incontenibile la rabbia e il dolore dei parenti della giovane, e in modo particolare del marito, appena sono stati informati dall'azienda ospedaliera del decesso improvviso della donna. Pertanto è stata sequestrata la cartella clinica per fare ulteriore chiarezza su quanto è accaduto. Sarà l'esito dell'autopsia a dare un conforto ai familiari, dilaniati da un dolore imprevisto, circa le cause del decesso della giovane mamma che aveva fortemente voluto questa seconda gravidanza. Monica è stata ritrovata distesa nel letto d'ospedale, come se dormisse: non ha avuto nemmeno il tempo di chiedere aiuto e pigiare il pulsante che avvisa il personale del reparto in casi di necessità.


Eppure intorno alle cinque altre infermiere di turno nel reparto avevano fatto capolino nella stanza dove la giovane di Venticano era ricoverata e avevano scambiato con lei una battuta fugace. Di lì a poco la tragedia. La notizia della morte prematura di Monica si è diffusa molto presto in paese e ha sconvolto l'intera comunità di Venticano e quelle del circondario.Le famiglie Ciarcia e Nardone sono conosciute e assai stimate, famiglie solide e numerose votate da sempre all'imprenditoria, famiglie segnate oggi da un lutto inatteso e da un dolore indescrivibile. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia