Posticipare e ridurre i sintomi dell'Alzheimer. La promessa viene dal dabigatran, anticoagulante il cui uso è già approvato per altre malattie. A dirlo...
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È emerso che, 12 mesi dopo aver iniziato ad assumere il dabigatran, gli animali malati non mostravano segni di peggioramento di memoria, avevano meno segni di infiammazione cerebrale e meno accumulo di beta-amiloide (sostanza tossica di scarto metabolico che circonda e distrugge le sinapsi del cervello). «Questa scoperta», ha detto Marta Cortés Canteli, coordinatrice dello studio, «segna un importante avanzamento verso la possibilità di traslare i nostri risultati alla pratica clinica per ottenere un trattamento efficace per l'Alzheimer».
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Gli esperti pensano che l'efficacia del farmaco si basi sul fatto che nell'Alzheimer è coinvolta una riduzione della circolazione cerebrale, con conseguente carenza di ossigeno e nutrienti per le cellule del cervello.
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