Narducci, lacrime e bandiere della Roma al funerale dello chef. La mamma: «Non perdonerò mai il responsabile»

La chiesa è piena, pienissima, di gente, amici, colleghi, tutti quelli che gli hanno sempre voluto bene. Per l'ultimo saluto ad Alessandro Narducci, lo chef morto in un...

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La chiesa è piena, pienissima, di gente, amici, colleghi, tutti quelli che gli hanno sempre voluto bene. Per l'ultimo saluto ad Alessandro Narducci, lo chef morto in un incidente stradale sul lungotevere della Vittoria la notte del 21 giugno, insieme alla sua collaboratrice Giulia Puleio, la gente rimane anche fuori, nel piazzale antistante la chiesa di Santa Maddalena di Canossa, in via della Lucchina.

 
Il funerale è iniziato alle 15. Nelle prime file genitori e parenti, ma anche gli chef che lo hanno visto crescere, come Heinz Beck, e come Angelo Troiani, che di Narducci è stato amico, maestro e socio. Poi, i giovani della sua brigata di Acquolina, quelli del Convivio Troiani e di Coquis. E tante altre firme di gusto che lo hanno conosciuto, hanno lavorato con lui, hanno avuto modo di apprezzarne, talento, professionalità e, come ripetono tutti, «animo generoso». Molti sono in giacca bianca per rendere omaggio all’amico e collega.
Alcuni ragazzi indossano la maglia della Roma, a ricordare una passione, celebrata anche da bandiere fissate alla cancellata della chiesa.

«Mio figlio è un vulcano - dice Maurizio Narducci - è carico di energia, ne parlo al presente, perché lui è qui con me, qui con noi». La mamma Alessandra commenta: «Ho avuto l’onore, perché davvero lo considero tale, di mettere al mondo Alessandro. Non perdonerò mai chi mi ha portato via mio figlio». 
All’uscita del feretro, forti applausi e un lancio di palloncini bianchi verso il cielo.

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Quotidiano Di Puglia