OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Sul capo un velo nero. Sul volto la paura, lo sconforto, il timore di non farcela a partire. Tra le mani un pezzo di cartone sul quale, con un pennarello blu, c'era scritto Tuscania. In quella parola la sua unica speranza di vita. Tra lei e la salvezza un muro di filo spinato. La foto di questa donna afghana che cerca di farsi rintracciare nella calca dell'aeroporto di Kabul dai carabinieri paracadutisti è diventata un po' il simbolo di questi giorni concitati, con le lunghe attese e i voli della salvezza verso l'Italia organizzati dal Ministero della Difesa nell'ambito dell'operazione Aquila Omnia.
Afghanistan, quell’alleanza “informale” tra Usa e Talebani per colpire il nuovo Daesh
Afghanistan, scrive "Tuscania" sul cartello per farsi riconoscere
Lei si chiama Ghazal, ha 28 anni, è una giornalista e viveva ad Herat, la città dove aveva sede il contingente italiano in Afghanistan. Lì, assieme ad altre 5 colleghe, aveva fondato una associazione di croniste. Attraverso gli schermi di una televisione nazionale afghana e i microfoni di una radio raccontava il suo Paese, difendeva i diritti delle donne, combatteva per le loro libertà.
L'ULTIMO VOLO
Ghazal è giunta ieri in Italia con l'ultimo volo preveniente da Kabul. È una dei 4.832 cittadini afghani che hanno trovato rifugio nel nostro Paese. È stata sottoposta a tampone e ora sarà ospitata presso una struttura dove osserverà la quarantena. «Grazie ai soldati italiani che non ci hanno mai lasciate sole anche da lontano - ha dichiarato Ghazal al suo arrivo in Italia Non vediamo l'ora di vedere l'alba della bella Italia. Sono felice di essere la voce delle giornaliste e delle donne del mio Paese e di avere l'opportunità di far conoscere la sofferenza e i problemi che abbiamo vissuto. Spero di riuscire ad aiutare le mie colleghe che sono ancora là per continuare a fare insieme il nostro lavoro». Intanto i militari italiani con i quali collaborava, ed in particolare due soldatesse, si sono organizzati per acquistare a lei ed alla sua famiglia degli abiti. Sono fuggiti senza poter portare con loro nulla. Sono giunti in Italia solo con i vestiti che avevano indosso. Nelle tasche la speranza di un futuro migliore. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia