Aveva già visto tutte le Meraviglie del mondo, le mancava solo Petra, l'Africa era la sua seconda casa e se chiudeva gli occhi anche un solo istante per immaginare il...
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LA SUA STRADA
Per Virginia, da bimba, la strada sembrava segnata sulle orme di genitori e nonni tutti impegnati nell'ambito della medicina e dell'insegnamento, ma lei con spontaneità e determinazione ha subito intrapreso il percorso che aveva scolpito nel cuore. Vivi è morta a 26 anni nel disastro aereo di Addis Abeba, «ma è come se avesse vissuto dieci vite», racconta di lei la sorella. Capo scout, «era una forza motrice» e fin da quando studiava al liceo Scientifico Avogadro, il suo obiettivo era aiutare gli altri. Era così giovane, ma aveva sogni immensi. E si era già immersa nel mondo dei volontari per salvare gli animali, l'ambiente e i bambini. Prima di entrare nel WFP come consulente Budget Officer, nel 2017, Virginia aveva anche partecipato a campagne di volontariato della onlus italiana Twins International, che sviluppa progetti per sostenere bambini orfani e nelle baraccopoli in Kenya. Era proprio questa la destinazione, mai raggiunta, dell'ultimo viaggio delle cooperanti italiane. Dopo la laurea, per un anno aveva vissuto in Myanmar, ed era già pronta a una nuova sfida, destinazione Yemen.
ANIMA GEMELLA
L'Africa, però, era la patria adottiva. Tanto da avere organizzato di trascorrere l'ultimo Natale con la famiglia in Sudafrica. C'erano anche Andrea, l'anima gemella, l'ex migliore amico fin dai tempi di scuola poi diventato compagno di vita e i suoi genitori. «Avevano progetti grandi, i nostri ragazzi», dice Mimmo, papà di lui. Vivi sognava, ma giorno dopo giorno, con fatica e dedizione costruiva concretamente il suo bagaglio per il futuro. Mattoncino dopo mattoncino edificava la donna libera e coraggiosa che sarebbe diventata. «Vivi avrebbe fatto la differenza nel mondo», spiega ancora Claudia. Dopo la maturità Virginia aveva lasciato Roma per laurearsi con lode in Economia internazionale alla Bocconi di Milano, in seguito ha affrontato gli studi orientali ed africani dell'Università internazionale di Londra. Tutto questo senza mai abbandonare il suo impegno civile anche come capo scout, e ora la stessa comunità scoutistica romana è in lutto. «Abbiamo perso una guida», dicono dalle comunità di Sant'Agnese e San Saturnino. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia