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L'acqua frizzante pare sia diventata più rara del petrolio. Introvabile negli scaffali dei supermercati. Perché? Sono gli effetti della mancanza di Co2 e scatta l'assalto all'acquisto.
Cosa succede
Scaffali dell'acqua gasata vuoti in un supermercato di Loano dove sono spuntati i cartelli per avvisare i clienti della mancanza del prodotto. E anche negli altri negozi della Liguria scarseggiano i prodotti gassati. Accade al Nord ma il fenomeno potrebbe interessare tutto lo stivale. Sono gli effetti della mancanza di Co2 che ha costretto già la Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali, a interrompere la produzione il mese scorso.
Nelle Coop, per esempio, «la presenza dei prodotti varia di giorno in giorno - spiegano dall'ufficio stampa -.
Gli aumenti
Ma oltre al rincaro dell'anidride carbonica, pesano sulla produzione l'aumento del costo della plastica e dei trasporti. Molti fornitori aspettano di avere carichi più consistenti per fare meno viaggi visto l'aumento del carburante e della benzina. Una situazione che Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant'Anna, aveva già previsto a inizio luglio. «Le aziende di C02 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità. Così - aveva sottolineato - l'acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita».
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