Si chiude con il proscioglimento dalle accuse di stalking e di violenza privata l'udienza preliminare celebrata a Bergamo (dopo il trasferimento degli atti da Bari) nei confronti dell'ex consigliere di Stato, Francesco Bellomo.
La vicenda
La vicenda è quella nota del dress code imposto ad alcune corsiste (minigonne e tacchi a spillo) per cui Bellomo era finito sotto inchiesta a Bari ed era stato inizialmente arrestato, poi destinatario di una misura interdittiva che gli ha impedito l'attività di insegnamento per un anno. Il giudice, attualmente destituito sulla base di un procedimento disciplinare che è stato però impugnato, ha affrontato l'udienza preliminare a Bergamo dopo che i suoi legali Beniamino Migliucci e Gianluca D'Oria, hanno sollevato una questione di competenza territoriale.
Il proscioglimento
Per tre dei quattro capi di imputazione è stato deciso dal gup Vito Di Vita il proscioglimento con la formula perché il fatto non sussiste. Per il quarto, la vicenda contestata è stata riqualificata in tentata violenza privata e gli atti trasmessi alla procura di Massa Carrara, sempre per competenza territoriale. Nel corso dell'ultima udienza, prima della sentenza, Bellomo ha parlato per quattro ore, rispondendo a tutte le domande di accusa, difesa e del gup.
I fatti
I fatti contestati risalivano a un periodo compreso tra il 2014 e il 2018. Condotte commesse, secondo l'accusa, in danno di quattro corsiste (due delle quali hanno poi superato il concorso in magistratura) che frequentavano la sua scuola di formazione `Diritto e Scienza´. Si sosteneva che Bellomo avesse imposto dress code, prove di addestramento arrivando a controllarne i profili Facebook.