Sarah, le motivazioni della sentenza
"Sabrina ha fornito un falso alibi
Cosima decise il sequestro della nipote”

Sarah, le motivazioni della sentenza "Sabrina ha fornito un falso alibi Cosima decise il sequestro della nipote”
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Martedì 11 Marzo 2014, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 17:44
TARANTO - Sabrina Misseri ha riferito un "falso alibi" in relazione ai frangenti in cui Sarah Scazzi stata uccisa, come confermato dagli sms non veritieri che la stessa Sabrina ha inviato dal telefonino della cugina. Lo scrive la Corte di Assise di Taranto nelle motivazioni della sentenza sul delitto di Avetrana depositate ieri.

Per il delitto di Sarah Scazzi la cugina Sabrina Misseri e la madre di quest'ultima, Cosima Serrano, sono state condannate all'ergastolo il 20 aprile 2013 dalla Corte di Assise di Taranto. Madre e figlia sono detenute nella stessa cella del carcere di Taranto: Sabrina è reclusa dal 15 ottobre 2010, quando il padre Michele Misseri la chiamo in correita per poi ritrattare, ma non fu creduto dagli inquirenti, dopo alcuni giorni; Cosima Serrano è detenuta dal maggio 2011. Sabrina e Cosima sono state condannate anche per soppressione di cadavere, reato per il quale a Michele Misseri sono stati inflitti otto anni di reclusione.



"Non sussiste alcun ragionevole motivo per il quale Michele Misseri avrebbe dovuto accusare ingiustamente, provocandone la sua carcerazione, proprio la figlia prediletta Sabrina e non altri soggetti", scrive la Corte di Assise. Dal soliloquio intercettato in auto del 5 ottobre 2010 si evince che "Michele Misseri non è più in grado di reggere il peso di ciò che egli sa essere accaduto", cioè che la figlia Sabrina ha ucciso la cugina Sarah Scazzi.



Movente personale.
Cosima Serrano ha maturato nel tempo «un autonomo risentimento» verso la nipote Sarah Scazzi, che «s'innestava in un sostrato di rancori famigliari», creando «un personale movente della donna» sfociato nell'uccisione della nipote quindicenne. Lo scrive la Corte di Assise di Taranto motivando la condanna all'ergastolo di Cosima Serrano. Il «movente personale» creatosi in Cosima Serrano «affiancatosi a quello della figlia (Sabrina, ndr) - scrive ancora la Corte di Assise - nella condivisione del malanimo verso Sarah, l'avrebbe portata all'impeto finale, vedendola perseguire, nei momenti topici, lo stesso obiettivo di Sabrina Misseri: la morte della Scazzi». Anche Sabrina Misseri, come la madre Cosima, è stata condannata all'ergastolo. La Corte aggiunge che «la reazione omicida della Serrano non è premeditata, come non lo è da parte di Sabrina Misseri. Sarah è ricondotta a casa Misseri non già con il fine di ucciderla, ma per calmarla e convincerla al silenzio».



«L'iniziativa di sequestrare Sarah», costringendola a salire a bordo della sua auto, è «sicuramente ascrivibile» a Cosima Serrano. Fu quest'ultima «con la sua 'autorita» di zia, e non già Sabrina Misseri, a intimare a Sarah di salire a bordo dell'auto«. È quanto scritto nelle motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Assise di Taranto, il 20 aprile dello scorso anno, ha condannato all'ergastolo Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri. La Corte aggiunge che «la presenza di Cosima Serrano col ruolo di indiscussa protagonista, nella fase antecedente all'omicidio, caratterizzata da una condotta violenta e/o minacciosa volta a privare Sarah Scazzi della sua libertà personale, esclude, dal punto di vista logico, che, una volta avvenuta la forzata riconduzione della nipote in casa Misseri, la Serrano si potesse disinteressare della questione». Di conseguenza, non è possibile che Cosima lasciasse «Sarah da sola con Sabrina mettendosi tranquillamente nel letto a riposare».
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