Sarah/Ergastolo per Sabrina e Cosima
8 anni per Michele Misseri
Concetta: «Chi uccide merita questo»

Sarah/Ergastolo per Sabrina e Cosima 8 anni per Michele Misseri Concetta: «Chi uccide merita questo»
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Giovedì 18 Aprile 2013, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 16:24
TARANTO - Dopo cinque giorni di camera di consiglio arrivata la sentenza per l'omicidio di Sarah Scazzi: ergastolo per Sabrina Misseri e per la madre Cosima Serrano. Otto anni per Michele Misseri.


Dopo quasi cinque lunghissimi giorni trascorsi in una struttura della Marina Militare alle porte della città, analizzando con estremo rigore ogni atto processuale, ogni posizione, ogni parola di testimoni e periti, i giudici hanno emesso il proprio verdetto. Mamma e figlia, secondo la sentenza di primo grado, sono gli esecutori materiali del delitto, avvenuto il 26 agosto di tre anni fa nella villetta di via Grazia Deledda, ad Avetrana. Un delitto commesso per gelosia, seguendo l'impostazione dei pubblici ministeri, o forse perché a conoscenza di qualcosa che Sabrina e Cosima non volevano trapelasse. La figura di Michele Misseri è entrata in gioco più tardi, con Sarah già morta, facendosi aiutare dal fratello Carmine e dal nipote Cosimo Cosma.



Cosima e Sabrina. «Perchè piangi? Tanto lo sapevamo»: così Cosima Serrano si è rivolta alla figlia, Sabrina Misseri, al rientro in cella nel carcere di Taranto dopo la sentenza della Corte di Assise che le ha condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi. Per tutto il tragitto dal Palazzo di giustizia alla casa circondariale, Sabrina ha continuato a piangere, sia pure in maniera contenuta, e ad asciugarsi le lacrime. Nessuna reazione emotiva avrebbe lasciato trasparire invece la madre Cosima. Le due donne dividono da qualche tempo la cella con una detenuta italiana.



Le motivazioni della sentenza porteranno più chiarezza in due punti oscuri nella vicenda. Il movente, prima di tutto: la presunta gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah, per via delle attenzioni che Ivano riservava alla ragazzina, non sarebbe emersa in maniera incontrovertibile nel corso delle 52 udienze. Testimonianze discordanti si sono avute anche sul presunto litigio della sera prima. E poi l’arma del delitto: una corda, forse, o una cintura. Anche su questo particolare non c’è chiarezza, tanto più che nessun oggetto sequestrato in questi tre anni risulta essere sicuramente compatibile con i solchi trovati sul collo della vittima.



Gli altri imputati. La corte di assise ha condannato a sei anni di reclusione ciascuno per concorso in soppressione di cadavere Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri. Due anni di reclusione sono stati inflitti all'ex difensore di Sabrina, Vito Russo, per intralcio alla giustizia. Per i tre favoreggiatori, la corte ha inflitto un anno di reclusione ciascuno ad Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, con pena sospesa.



Il risarcimento. La Corte di assise ha condannato anche Michele Misseri, Cosima Serrano e Sabrina Misseri al risarcimento dei danni, da stabilire in separata sede, alla famiglia Scazzi e al Comune di Avetrana. Nello stesso tempo ha stabilito una provvisionale di 50.000 euro ciascuno ai genitori di Sarah, Giacomo Scazzi e Concetta Serrano, e di 30.000 euro per il fratello Claudio.




Il tentativo di aggressione. Un imprenditore di Sava (Taranto), Sergio Pichierri, di 43 anni ha minacciato di aggredire Michele Misseri all'ingresso del Palazzo di Giustizia di Taranto quando l'agricoltore di Avetrana è arrivato in tribunale (GUARDA LA FOTO). L'uomo è stato bloccato dalle forze di polizia, mentre Misseri entrava nel palazzo di Giustizia. Pichierri era stato già protagonista il 20 novembre scorso di un altro gesto clamoroso quando minacciò di lanciarsi da una finestra al primo piano del Tribunale di Taranto, dicendo di essere disperato perché vittima degli usurai. Non si conosce il motivo per cui l'imprenditore volesse aggredite Michele Misseri.



La difesa di Cosima. «La posizione di Cosima meritava un'attenzione particolare. La ricostruzione dei pm era affidata a elementi fantasiosi». Lo ha detto l'avv.Luigi Rella, uno degli avvocati di Cosima Serrano, condannata all'ergastolo insieme con la figlia Sabrina. «I giudici hanno seguito l'impostazione dei pubblici ministeri», ha detto l'altro difensore di Cosima, Franco De Iaco. «Siamo tranquillissimi - ha aggiunto De Iaco - e siamo convinti che in appello e in Cassazione riusciremo a ribaltare quest'impostazione».



Il legale di Michele. Michele Misseri «sta molto male, è nervoso per gli ergastoli». Lo ha riferito l'avvocato Luca Latanza, il legale del contadino di Avetrana condannato ad otto anni di reclusione per soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi. «Probabilmente non parlerà - ha aggiunto il legale - si chiuderà in casa e non parlerà».



Concetta.
«Speravo in questo, chi uccide merita questo». Così la mamma di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, ha commentato la sentenza di ergastolo per sua sorella Cosima e sua nipote Sabrina, rispondendo alle domande dei giornalisti che le chiedevano se si aspettasse questa condanna. Concetta ha ringraziato i suoi avvocati, la procura e i giudici. Certo, ha aggiunto la donna, «questa è comunque una sentenza amara per tutti quanti» e in ogni caso non le dà «né soddisfazione né serenità». «Nessuno mi ridarà Sarah, il dolore rimarrà per sempre - ha concluso - l'unica cosa che mi porta un po' di sollievo è che Sarah riceva giustizia».



«Non ha vinto nessuno, perchè Concetta, Giacomo e Claudio hanno perso una figlia e una sorella». Così l'avvocato Walter Biscotti, legale di parte civile della famiglia di Sarah Scazzi, ha commentato la sentenza di condanna all'ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri. «È una sentenza severa ma era attesa - ha aggiunto - perchè gli uffici del pm hanno fatto un lavoro esemplare che ha fatto emergere in modo inconfutabile le responsabilità».

«Concetta - ha proseguito il legale - è in difficoltà per questo. Sicuramente non andrà a brindare al ristorante con la sua famiglia». «La prima partita processuale ci dice quello che abbiamo sempre pensato e che ha pensato la procura: ad uccidere Sarah - ha detto - sono state Sabrina e Cosima». «Per Concetta - ha detto ancora - oggi la ferita è ancora aperta, c'è tantissimo dolore perchè in quella casa in cui Concetta mandava la figlia per proteggerla, purtroppo Sarah ha trovato la morte». «È arrivata una sentenza dura, severa - ha concluso - però proporzionata alla gravità del fatto e soprattutto alle prove che sono state portate nel processo. Gli imputati hanno avuto un comportamento che ha cercato sempre di assicurare loro impunità e non si è mai preso in considerazione il dolore della famiglia Scazzi e di Sarah».



Sebastio.
«Sembrerebbe che errori macroscopici o grossolani non ne siano stati commessi. Ricordatevi che in Italia vige il principio di presunzione innocenza e questa è solo la sentenza di primo grado». Lo ha detto il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, uscendo dall' aula di Corte d'Assise dopo la lettura della sentenza di primo grado del processo per l'omicidio di Sarah Scazzi. «Le sentenze in ogni caso si rispettano e attendiamo di conoscere le motivazioni per fare una valutazione più completa e serena».
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