Xylella, nuovo allarme rosso: spuntano altri quattro focolai

La mappa aggiornata con i nuovi focolai
La mappa aggiornata con i nuovi focolai
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 4 Marzo 2017, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 12:18
Le ultime analisi sono pronte, la diagnosi non lascia alcun dubbio: ci sono altri quattro nuovi focolai di xylella fastidiosa, localizzati tra Brindisi, Francavilla, Oria e Manduria. Punti di batteriosi rinvenuti nella zona di contenimento ai primi di febbraio ma ufficializzati sul sito regionale “Emergenza xylella” solo nel primo pomeriggio di ieri, come mostra la mappa aggiornata con i triangolini rossi, segno inequivocabile della presenza della pericolosa malattia che ora fa tremare gli olivicoltori della Valle d’Itria e del nord della Puglia.
Quattro nuovi focolai che si aggiungono ai cinque rinvenuti il 13 gennaio scorso (ma ufficializzati il 23) nei territori di Taranto, Fragagnano, Ceglie Messapica, Grottaglie e San Vito dei Normanni. In tutto nove infezioni accertate tra gennaio e febbraio,vale a dire in appena un mese, una situazione allarmante perché significa che l’epidemia sta galoppando spedita e potrebbe presto attaccare la Piana degli ulivi nel Brindisino o le ampie distese di uliveti di Monopoli, finora risparmiati dal pericoloso batterio che risulta ancora catalogato nella lista della quarantena. «Purtroppo stiamo continuando a trovare altre piante infette - conferma il direttore del Dipartimento regionale all’Agricoltura, Gianluca Nardone -. Siamo partiti con 5 focolai rinvenuti a gennaio, poi abbiamo cominciato a fare le analisi nei cento metri e via via abbiamo scoperto nuove piante colpite da batteriosi. A Oria, per esempio, il nuovo focolaio è stato individuato nella zona più alta, cioè di contenimento, questo probabilmente perché, non essendo stati estirpati gli alberi malati contrassegnati al tempo della gestione commissariale del comandante Silletti, l’infezione è andata avanti. Se, invece, all’epoca le piante malate fossero state abbattute la xylella non si sarebbe propagata in maniera così vasta». Ma tant’è e ora bisogna fare i conti con i nuovi punti di infezione e procedere subito con gli abbattimenti per impedire che l’area sotto scacco del batterio si allarghi a vista d’occhio.
Il Dipartimento regionale all’Agricoltura, di concerto con l’Osservatorio fitosanitario e l’Arif, continua con l’attività di monitoraggio e analisi. Nelle zone dei nuovi focolai, oltre ad abbattere le piante infette, si procederà a campionare il raggio dei cento metri attorno alla pianta infetta, fino a quando le analisi non daranno esito negativo. «Procediamo analizzando ettaro per ettaro - aggiunge Nardone - e ogni qualvolta viene individuata una pianta infetta in un ettaro allora la stessa viene identificata come nuovo focolaio».
 
Il direttore Nardone conferma anche il rinvenimento attorno ai focolai di diverse piante infette, sicuramente più di dieci. Stando ai dati dell’ultimo monitoraggio, aggiornato al 17 febbraio, che ha concluso la fascia dei 30 chilometri di contenimento, risulta che sono stati monitorati complessivamente 156mila ettari di terreno. Sono, invece, 147mila i campioni prelevati, dei quali 11mila sono stati sottoposti a verifica per avere la conferma della presenza della malattia, il cui esito è stato, appunto, quello del rinvenimento dei nuovi 4 focolai sempre tra le province di Brindisi e di Taranto. Il timore è che andando avanti con il monitoraggio vengano fuori altri punti di infezione, proprio a pochi giorni dal negoziato - in programma i prossimi giorni - tra il presidente della Regione Michele Emiliano e il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis per la deroga al divieto di reimpianto.
E mentre si cerca di arginare la malattia la polemica politica si infiamma. «È davvero sconcertante l’indifferenza del Governo nazionale e della Regione Puglia rispetto alla catastrofe che sta distruggendo passo dopo passo tutta l’olivicoltura pugliese - sottolinea l’onorevole Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio -. La xylella continua a risalire verso nord, in quattro anni dal Capo di Leuca e arrivata a superare Brindisi e ora pare stia arrivando anche al Nord della Puglia. Intanto l’Ue ci sollecita misure che nessuno adotta, le coltivazioni e le aziende muoiono e falliscono, l’indotto langue, gli olivicoltori e tutti gli addetti del settore sono privi di qualunque indennizzo e sostegno al reddito tanto che, nella zona colpita, il reddito pro capite nell’ultimo anno è crollato. Il Governo ad ogni interrogazione che rivolgiamo risponde sventolando un fantomatico Piano olivicolo; la Regione Puglia a sua volta sbandiera il Psr 2014-2020 partito con anni di ritardo e che quindi avrebbe ben potuto prevedere fondi dedicati alla xylella e agli indennizzi ma non è così. In più si aggiungono le solite opacità sulla scarsa chiarezza e sull’eccessiva burocrazia in merito ai bandi. Qualcuno ha deciso a tavolino l’omicidio (premeditato) dell’olivicoltura salentina e pugliese, a beneficio evidentemente di altri territori».
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