«Troppi rischi». La Regione
pronta a fermare l’inceneritore

«Troppi rischi». La Regione pronta a fermare l’inceneritore
di Alessandra MACCHITELLA
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Venerdì 14 Luglio 2017, 05:55
Termovalorizzatore Appia Energy, la storia continua. Se n’è parlato ieri pomeriggio nell’aula consiliare del Comune di Taranto. «Siamo qui in veste istituzionale e non politica – ha subito specificato il presidente del gruppo consiliare del Pd alla Regione Puglia, Michele Mazzarano - per l’obiezione svolta una settimana fa in Consiglio Regionale. Vogliamo informare la popolazione su una vicenda molto complessa su cui da poco si è pronunciato il Consiglio di Stato».
In una recente sentenza il Consiglio di Stato ha sbloccato il raddoppio della centrale di Massafra che fa capo alla società Appia Energy. «Riteniamo che ci siano tutte le condizioni tecniche, scientifiche e politiche per rivedere il procedimento – ha continuato Mazzarano –. La sentenza riguarda gli aspetti urbanistici, mentre sulle questioni ambientali e sull’applicazione di leggi regionali già vigenti, come la valutazione del danno sanitario, è ancora tutto da costruire. La Regione non ha responsabilità in questo procedimento perché ha delegato i propri poteri alla Provincia, ma abbiamo funzione di vigilanza e di controllo, soprattutto in una amministrazione guidata da Emiliano che a più riprese ha dato grande attenzione al tema ambientale per la provincia di Taranto».
Non è una guerra personale tra Mazzarano e il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano, ha voluto precisare il presidente del gruppo consiliare del Pd, ma ha sottolineato: «Il presidente della Provincia forse non ha molte ragioni da avanzare, chi è eletto dal popolo deve rappresentare l’interesse dei cittadini, invece di attaccare la Regione dovrebbe dire se vuole autorizzare il terzo inceneritore e cosa pensa della proposta di riaprire il procedimento che riguarda il secondo termovalorizzatore. Mentre si discute del secondo si parla già del terzo. Ci troviamo con altre procedure attivate per riempire questo territorio di inceneritori. Taranto ha già dato, il territorio è ad alto rischio ambientale e fortemente antropizzato, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità di fronte alla propria coscienza e agli elettori».
 
Una vicenda che nasce nei primi mesi del 2012, ha ricordato Mazzarano e che ha evidenziato: «Si chiude nel 2017, in cinque anni a Taranto è accaduto tanto. Il valore del rispetto dell’ambiente è molto più forte. Nel luglio 2010 per la prima volta evidenze epidemiologiche sono diventate materiale probatorio in processo penale per nessi tra inquinamento e morti».
Presente all’incontro anche il direttore del dipartimento Ambiente della Regione, Barbara Valenzano che ha spiegato l’iter amministrativo previsto: «Riteniamo che sussistano gli elementi per procedere al riesame dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia - ndc). Sono intervenute nuove norme, esiste, sussiste ed è vigente la norma per la valutazione del danno sanitario, riteniamo che debba essere fatta una valutazione specifica per impianti e non solo di area, con controlli e monitoraggi nel sito. A valle di questo lavoro, chiediamo che venga rivista l’autorizzazione con la Provincia. Il parere paesaggistico è quello acquisito ma è parte di un procedimento rilasciato in ambito Via che per effetto delle nuove norme intervenute sarà parte integrante del procedimento coordinato di Aia».
Il commissario dell’Agenzia regionale per i rifiuti, Gianfranco Grandaliano ha dichiarato: «Il raddoppio della linea del termovalorizzatore, secondo la prospettiva del’Agenzia regionale per la gestione del ciclo dei rifiuti, non va a interessare un impianto strategico. Non abbiamo necessità di questo impianto, non fa parte della programmazione pubblica dell’impiantistica. Non lo riteniamo strategico perché l’obiettivo che ci siamo dati è rafforzare gli impianti tesi al riciclo e al recupero della materia. Riteniamo che il raddoppio non sia in linea con i nostri obiettivi e con quelli europei. Andremo a incentivare impianti che prevedono il riciclo per raggiungere i traguardi del documento dell’economia circolare».
 
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