Renzi: grandi sforzi per Taranto ma con Emiliano è di nuovo gelo

Il premier Renzi al MarTa
Il premier Renzi al MarTa
di Francesco G. GIOFFREDI
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Sabato 30 Luglio 2016, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 17:55

Una lapidaria dichiarazione-sentenza, i volti stiracchiati, gli sguardi che non s’incrociano mai. Bisogna ripartire da qui - e dunque dalla fine, dai cocci di una giornata quasi in frantumi almeno tra i due “carissimi nemici” - per raccontare il clima ai limiti della rissa istituzionale tra Matteo Renzi e Michele Emiliano. Il premier, lasciando la prefettura di Taranto, taglia corto: «Con la Regione Puglia sull’Ilva abbiamo opinioni diverse». Poco più in là il governatore ribadisce quanto spiegato durante il tavolo sul Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto: «In realtà non c’è un euro in più, e abbiamo dato vita alla “ri-firma”, un istituto giuridico nuovo» (il riferimento è alla precedente delibera Cipe che aveva già stanziato gli 850 milioni per Taranto), peraltro invocando nel caso di Ilva «l’interruzione della sorgente di inquinamento prima di procedere alle bonifiche» e allungando l’ombra dell’illegittimità costituzionale dell’ultimo decreto «che marginalizza il ruolo della Regione». Con la stoccata: «È la prima volta che riesco a parlare di Taranto con un pezzo del governo».
 

 


Renzi schiva, tanto durante il tavolo in prefettura quanto nei corridoi, le pallottole polemiche. È strategia, perché la prova muscolare dei due è sanguigna, seppur ingessata dal protocollo istituzionale. Tensione che rischia di travolgere anche il Patto Puglia, capitolo da 5,4 miliardi del Masterplan per il Sud ancora non siglato da governo e Regione. Taranto è l’ennesima occasione persa, il rimpallo di colpe e responsabilità è continuo, poteva essere la sede ideale: si firmerà a Bari, in Fiera del Levante. «Non c’è cornice migliore - rassicura il premier - e una cosa sono le idee diverse, altra il rispetto istituzionale e le cose da fare». «Sono soldi nostri - controbatte Emiliano - e non può toglierceli nessuno, non si può giocare a “tira e molla” in base a come si comporta il presidente. Certo, ci hanno fatto perdere un po’ di tempo, ma siamo abituati».
 
A metà dell’infuocato tamburello tra i due c’è Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e figura chiave tanto del Cis tarantino quanto del Patto Puglia: è lui che l’altroieri ha ricucito in parte lo strappo invitando al tavolo jonico Emiliano (che infatti al Museo nemmeno s’affaccerà), ed è sempre lui però che in serata replica duramente al governatore. «Mi ha fatto piacere vederlo al tavolo dove da molti mesi a questa parte ha brillato per la sua assenza. Le risorse in campo per questo ambizioso progetto di rilancio del territorio ammontano a 857 milioni di euro. Si tratta di risorse messe dal Governo e dalla precedente amministrazione regionale. In effetti, l’attuale amministrazione della Puglia non ha aggiunto neanche un euro. Forse Emiliano è talmente preoccupato e concentrato su di sé che, in perenne caccia di telecamere, s’è perso diversi passaggi».

L’espressione terrea di Emiliano durante la conferenza stampa di Renzi è tutto un programma: una sfinge. Intanto il premier scandisce: «La differenza tra oggi e il passato è che in passato la gente prendeva degli impegni astratti, adesso gli impegni sono verificabili» e via con l’elenco su cultura, porto, bonifiche, Ilva, scuole ai Tamburi «e a settembre verrà il ministro a inaugurarle». «Il prossimo appuntamento è nel giugno 2017 per verificare le cose fatte». Alla Regione nessuna stoccata al veleno, ma nemmeno ramoscelli d’ulivo, solo un fugace riferimento nel corso della giornata «ai dati del turismo in Puglia».

Emiliano però non ci sta: «Porto, crociere, museo sono ottime notizie, mi sono congratulato», ma «ho cercato di descrivere la situazione di Taranto per consentire al governo di prendere buone decisioni ed evitare di valutare solo gli aspetti positivi». Già durante il tavolo le bordate non erano mancate: «Gli 850 milioni sono la storia dell’attività della Regione, precedente alla mia amministrazione», e il Contratto «velocizza operazioni che pendevano dagli anni passati, essendo state realizzate con fondi nazionali e comunitari dal 2009 al 2013. Abbiamo però 900 milioni di ulteriori progetti già in stato avanzato, che potremmo realizzare se avessimo qualche soldino in più o se il Patto Puglia fosse più simile a quello del passato». Capitolo Ilva: «La Regione alla Conferenza del clima ha presentato un piano che tende a portare a zero le emissioni nocive e a dimezzare quelle di Co2: è una proposta che il premier ha sulla sua scrivania e sulla quale sono certo stia lavorando. L’inquinamento a Taranto è ancora in corso, si sovrappone di sicuro in misura inferiore rispetto al passato: siamo concentrati su una proposta che ha ricevuto, in parte, l’assenso persino di alcuni produttori (l’uso del gas e del preridotto, ndr). Mi piacerebbe poi conoscere quanto è stato speso di quei 600 milioni per l’adempimento dell’Aia e a che punto siamo con le prescrizioni ambientali», e per Taranto Emiliano chiede «deroghe per il sistema sanitario». Con fatica, il governatore prova a trattenersi: «Ritornare a Taranto, signor presidente Renzi, è stato un gesto bello. Io so che al di là di alcuni inevitabili punti di vista differenti, io e lei ci ritroviamo sempre sui valori del rapporto schietto e leale con il popolo italiano attraverso la Costituzione». Ma forse non basterà.

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