Tct, siglato l'accordo a Roma: sono salvi i 529 posti di lavoro

Tct, siglato l'accordo a Roma: sono salvi i 529 posti di lavoro
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 28 Luglio 2016, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 14:51
L’ennesimo summit - anzi, duplice appuntamento - porta buone nuove. Sintetizzabili così: l’Agenzia governativa per il reimpiego dei lavoratori sarà realtà da gennaio e per il periodo da settembre a fine dicembre si va verso la cassa integrazione in deroga. Per la definizione di questo ammortizzatore sociale per i 529 lavoratori ex Tct si dovranno sgrezzare i dettagli con la Regione per accordarsi sulle risorse.
 
Da istituzioni e sindacati, però, il messaggio è univoco. Se quei tre mesi di copertura sono importanti, i tre anni per la realizzazione dell’Agenzia governativa sono un fattore fondamentale per il futuro degli operai.
I due scenari sono stati oggetto di altrettanti incontri con location diverse. Il primo al Ministero del Lavoro a Roma. Dalla mattina al primo pomeriggio e questo rende l’idea del percorso accidentato tra mobilità e cassa prima di giungere a una conclusione. Il secondo a Palazzo Chigi per formalizzare i particolari dell’incubatore che servirà a smaltire nel giro di tre anni i lavoratori in cerca di un’occupazione al Porto.
Alla firma di ieri oltre ai sindacati e all'Autorità Portuale di Taranto c’erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio, il vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, il sottosegretario al Lavoro, Franca Biondelli.
Dal 12 settembre, giorno di scadenza dell’ammortizzatore sociale, a dicembre quindi sarà prorogata la cassa integrazione in deroga. Non era scontato, anzi. Negli ultimi giorni serpeggiava nervosismo perché era tornata concretamente l’idea della mobilità. Si era disegnato allora questo scenario: riaprire i termini per la mobilità trovando un accordo con Cgil Cisl e Uil. A quel punto l'azienda invece di versare nelle casse dell'Inps le sei mensilità per ciascun lavoratore, ne avrebbe versate solo tre. Parte di quel risparmio sarebbe andata nelle tasche dei dipendenti.
La stabilità di un futuro era però appesa all’Agenzia del governo. Era il nodo fondamentale e il governo ha confermato l’impegno di assorbire i lavoratori. Accordo che replica il modello per Gioia Tauro: impegni e programmi di investimenti per rilanciare lo sviluppo di queste due importanti aree portuali del Mezzogiorno che da diversi anni subiscono gli effetti drammatici della crisi del transhipment. Tra le due realtà, infatti, in ginocchio ci sono circa mille lavoratori portuali con le loro famiglie.
Al termine della fumata bianca, il parlamentare jonico Ludovico Vico ha espresso soddisfazione: «Assicurati gli ammortizzatori per i lavoratori ex Tct fino a fine anno e attraverso la costituzione della Agenzia per successivi tre anni fino alla ricollocazione degli stessi nelle attività portuali. Confermati i programmi per l’offerta agli investitori sul Molo Polisettoriale. Un risultato molto importante costruito dalla Presidenza del Consiglio (sottosegretario De Vincenti) dal Ministro delle Infrastrutture (Delrio), dal viceministro Mise (Bellanova) e dal Ministero Lavoro (Biondelli) che hanno voluto confermare l’impegno del Governo per Taranto. Ma un plauso va reso ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e delle categorie dei trasporti di Taranto che hanno operato per realizzare il risultato della difesa occupazionale e della prospettiva del porto. Infine l'impegno del commissario dell’Autorità Portuale di Taranto che ha accelerato tutte quelle procedure indispensabili perché il Molo Polisettoriale riparta. Comincia una nuova fase che dovrà concentrarsi sulla ripresa della attività portuali, affinché nel mondo si sappia che il porto commerciale di Taranto esiste».
 
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