Sono arrivati tra le 19.30 e le 20.45 e la cena è iniziata intorno alle 21, solo quando al segnale tutti hanno sventolato un tovagliolo. Lo stile era di importanza primaria: tavoli apparecchiati e stoviglie vere con l'obiettivo di una serata all'insegna di convivialità e condivisione. Gli architetti e interior designers avevano iniziato a lavorare già dalla mattina a una scenografia vera e propria, di tavoli, corredi, decori, in sintonia con le “cinque e” di ecologia, educazione, eleganza, estetica ed etica. Tutti i commensali partecipanti vestivano completamente di bianco e hanno portato tavoli, non rotondi, sedie, tovaglie, tovaglioli, piatti, bicchieri, posate, decorazioni, cibo.
Non solo, c’erano anche le candele e vino bianco, spumante e champagne. I piccoli animali, di piccola taglia, erano ammessi al guinzaglio e con museruola mentre erano vietate carta, plastica, lattine e bevande, e, ancora lanterne cinesi, griglie, barbecue. Questi eventi diventano occasioni di cooperazione tra commercianti, professionisti del look e di moda. La cultura del riciclo e riuso dovrebbe essere evidente grazie alle direttive degli architetti scenografi, nonostante la loro impronta ha riguardato innanzitutto la visione di insieme e l'effetto cartolina, lasciando spiragli di creatività a tutti i singoli partecipanti. La loro speranza è aiutare la città nel suo percorso di luce, rinascita e bellezza. Hanno veicolato i loro contenuti con questi hashtag nei social media network: #cenainbianco; #cenainbiancotaranto; #tuttonascedaunsogno; #piccolecosesemplici; #unconventionaldinner; #abbiamoilbiancointesta.