Riordino ospedaliero: «Ottimizziamo l’offerta a tutto vantaggio dei pazienti»

Riordino ospedaliero: «Ottimizziamo l’offerta a tutto vantaggio dei pazienti»
di Francesco OCCHIBIANCO
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Sabato 1 Ottobre 2016, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 21:23
È a posto con la sua coscienza, il direttore generale dell’Asl di Taranto Stefano Rossi, perché, a suo avviso, il Piano di riordino ospedaliero va nella giusta direzione, quella, cioè, di un miglioramento effettivo e concreto dell’offerta sanitaria pugliese e jonica, nello specifico. Fa spallucce, dunque, alle critiche che da più parti gli sono piovute addosso sulla “querelle” che sta tenendo banco da mesi; sostiene con fermezza che bisogna «abbassare i toni» e, in maniera pacata e serena, spiega le sue decisioni che pure hanno sollevato un vespaio di polemiche. Terminato il periodo estivo, durante il quale è stato varato il Piano di emergenza-urgenza, al “San Marco” di Grottaglie e al “Moscati” di Taranto, si pensava che tutto doveva ritornare alla “normalità”, ovvero che sarebbero stati riaperti e tornati operativi, per quanto concerne il presidio di Grottaglie, i reparti di Pronto Soccorso e di Ostetricia. Questo, invece, non è accaduto e da oggi le due unità in questione resteranno chiuse: a Grottaglie, dunque, non si nascerà più e il Pronto Soccorso continuerà ad essere Punto di primo intervento (118).
 
Il direttore generale cita due date, quella del 26 luglio «quando il Ministero ha dato il via libera al Piano di riordino» e quella del 20 settembre scorso, «quando, in Terza commissione sanità, sono stati bocciati gli emendamenti al Piano». Questo documento, anche se manca il crisma dell’ufficialità, di fatto è stato adottato e sta diventando operativo, fa capire Rossi. Per il direttore, interpellato su questo tema così scottante, si tratta «di ottimizzare l’offerta sanitaria a vantaggio, solo ed esclusivamente, dei pazienti, perché oggi il servizio sanitario», aggiunge, «deve essere all’altezza del compito al quale è chiamato a rispondere, cioè deve essere completo, solerte, rapido ed efficiente ». Rossi cita il caso, emblematico, del bambino che lo scorso mese di giugno è caduto dal balcone: «è stato prima portato al “Moscati”, dove è stato stabilizzato; poi, inevitabilmente al “Santissima Annunziata”: è stata, pertanto, solo una rischiosa ed inutile perdita di tempo, perché il bimbo andava portato immediatamente al “Santissima Annunziata”; inoltre», tiene a precisare, «anche a Grottaglie in passato e non da ieri, tutti i casi gravi sono sempre stati affidati al “Santissima Annunziata”. Al “San Marco” mancano, infatti, alcune discipline di base, come Rianimazione e Cardiologia, nonché Pediatria, quindi è impensabile tenere in vita un Pronto Soccorso o un reparto di Ostetricia in queste condizioni. Non si possono mettere a repentaglio le vite umane».

«Ognuno deve prendere consapevolezza», continua Rossi, «che il “Santissima Annunziata” è per ora l’ospedale di riferimento del territorio e non si può prescindere da esso. Non è vero che questa estate il Pronto Soccorso del nosocomio di Taranto sia andato in tilt, o che, come dicono alcuni, “scoppiasse”. Il carico di lavoro c’era, c’è e ci sarà sempre; tutto rientra nella consueta attività ospedaliera, soprattutto di un reparto così cruciale e in prima linea. In buona sostanza le critiche riguardano il Pronto Soccorso e il reparto di Neonatologia di Grottaglie, ma oggi, sottolineo ancora una volta, non possiamo permetterci il lusso di mantenere in piedi dei reparti che, in mancanza della Rianimazione e della Cardiologia non possono assolutamente lavorare. Mi risulta, del resto», riprende Rossi, «che il Punto di primo intervento, cioè il 118, a Grottaglie abbia funzionato benissimo in questi tre mesi ed abbia saputo fronteggiare al meglio tutte le situazioni che si sono presentate. La mia, dunque, non è stata una decisione capotica, ma dettata dall’obiettivo di qualificare i servizi; il piano delle assunzioni terrà conto di questo modello. Qualora ci fosse la necessità di rivedere la scelta e se avessi in merito delle controindicazioni, sarei il primo a tornare indietro sui miei passi, perché quello che più conta e che mi sta a cuore è la salute dei pazienti». 
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