Rischio sismico, Taranto sotto osservazione

Rischio sismico, Taranto sotto osservazione
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Domenica 27 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 22:36
La zona di Taranto sotto osservazione per il rischio sismico. La nave da ricerca «Ogs Explora» dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste sarà nei prossimi giorni (dal 3 al 10 settembre) nel golfo di Taranto per due campagne del progetto Fastmit (Faglie Sismogeniche e Tsunamigeniche nei mari italiani).
L’obiettivo è stimare i rischi naturali delle zone costiere e la sicurezza delle infrastrutture offshore. A bordo saranno impegnati ricercatori e tecnici di Ogs e di altri enti di ricerca nazionali e internazionali (Ingv, Università del Sannio, Università di Malta, Università del Mississippi) e studenti di dottorato della Doctoral School Environmental and Industrial Fluid Mechanics di Trieste (Esfm).
«Con la nostra attività vogliamo approfondire la conoscenza e raccogliere informazioni sulle strutture tettoniche nei mari che bagnano l’Italia, in particolare in alcune aree campione tra le quali appunto il Golfo di Taranto», spiega la coordinatrice di Fastmit, la geofisica di Ogs Giuliana Rossi. 
I risultati saranno preziosi per la definizione della pericolosità da terremoto e tsunami che caratterizzano le aree costiere italiane, particolarmente critiche per l’alta densità abitativa e la concentrazione di infrastrutture classificate come Rir (Rischio di Incidente Rilevante) nelle recenti mappe dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale); per fini normativi (relativi all’edilizia e in generale alla pianificazione territoriale); per le stime locali di pericolosità e rischio associate all’estrazione di idrocarburi, in corso o pianificate, in acque nazionali e dei paesi del Mediterraneo centrale (Croazia, Grecia, Nord Africa). 
 
«L’Italia e i mari che la circondano rappresentano l’evoluzione del margine tra le placche europea e africana, e in quanto tali sono sede di intensa attività geodinamica.
Tuttavia, permangono ampi vuoti conoscitivi che puntiamo a colmare con questo progetto, ampliando le conoscenze per le quattro aree di studio: i Golfi di Trieste, Venezia e Taranto e il Canale di Sicilia», precisa Silvia Ceramicola, responsabile della campagna che vedrà impegnata Ogs Explora nel Golfo di Taranto appunto dal 3 al 10 settembre. «Molte delle strutture geologiche responsabili della sismicità nella zona del Golfo di Taranto sono controverse. È fondamentale quindi acquisire nuovi dati geologici e geofisici, di alta qualità, in questa zona» precisa Emanuele Lodolo, responsabile della campagna Ogs Explora. «I risultati attesi - aggiunge Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’Istituto triestino - forniranno un importante contributo alla conoscenza delle strutture sismogeniche dei mari che bagnano l’Italia: conoscenza che contribuirà a precisare meglio - e se necessario correggere - le stime della pericolosità sismica e da maremoto».
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