«Riordino ospedaliero, percorso avviato a tutela dei pazienti»

«Riordino ospedaliero, percorso avviato a tutela dei pazienti»
di Claudio FRASCELLA
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Martedì 27 Settembre 2016, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 13:58
«Deve essere l’ospedale stesso ad organizzare i percorsi per gli ammalati, non è possibile che sia lo stesso paziente ad autogestirsi nell’intero percorso di cura: oltre che a livello psicologico, questo sfianca a livello fisico». Domanda e provocazione. Michele Emiliano, presidente della Regione, si rivolge al direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi. È uno dei momenti di un confronto, solo a tratti acceso, fra la base, cittadini e pazienti sottoposti a cure oncologiche, e le istituzioni.
È il tema centrale dell’incontro, “Disordine ospedaliero, i malati non sono numeri”, promosso dal comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti ieri al Padiglione Vinci. Al tavolo, oltre ad alcuni rappresentanti del movimento, Giovanni Raimondi, Virginia Rondinelli e Aldo Ranieri, siedono, fra gli altri, gli stessi Emiliano e Rossi. Modera Nicola Sammali. In platea, lo stato maggiore della Sanità pugliese, presidente, direttore generale Asl e capo dipartimento. In scaletta, previsti anche gli interventi di Salvatore Pisconti, responsabile della struttura complessa di oncologia del “Moscati”; Teresa Coccioli, dirigente Asl Taranto; Patrizio Mazza, primario di Ematologia al “Moscati”; Sante Minerba, direttore di Epidemiologia e Statistica Asl di Taranto.
«Nell’incontro avuto precedentemente con i rappresentanti del movimento Cittadini liberi e pensanti – risponde all’iniziale provocazione il direttore generale Asl Taranto – è stato evidenziato un problema, percepito subito come reale: l’utente non deve girare a vuoto; perché ciò accada, però, è essenziale che il “Moscati” si caratterizzi in modo tale che l’utente arrivi e non debba spostarsi successivamente al “SS. Annunziata”». Già che c’è, Rossi fa appello a strategie e risorse finanziare da ottimizzare. «Quello della razionalizzazione dei presidi ospedalieri è un percorso già iniziato, anche mediante un confronto con la direzione dell’Oncologico; abbiamo ragionato su molteplici aspetti e condiviso una serie di interventi: non conosco, però, un solo utente, che si sia recato a “Moscati” di Taranto o al “San Marco” di Grottaglie, e non sia stato servito a dovere dal punto di vista sanitario».

Torna su un argomento spinoso, Cardiologia, sempre al “Moscati”. «Una volta sospesi i ricoveri di Cardiologia nella struttura sanitaria di Paolo VI, i posti-letto al “SS. Annunziata” non sono mai stati del tutto occupati, questo la dice lunga sullo spreco di risorse umane registrato fino all’avvenuta inversione di tendenza». Su questa “certezza”, scatta l’unica polemica. Scaturisce dal pubblico. Una donna, da tempo sottoposta a cure, segnala il suo personale caso, un diniego al “San Marco” di Grottaglie. Il manager Asl prende nota, assicura che si informerà. Gli incontri servono anche a questo. Annullare, se possibile, la lunga teoria di interlocutori, e mettere di fronte l’utente, dunque la base, alle istituzioni, per avere rassicurazioni, risposte certe.

Il momento più significativo, e doloroso, è una lunga serie di testimonianze dirette raccolte dal comitato organizzatore. Vengono proiettate in sala, su un maxischermo. Tutte donne, provate da una lunga serie di visite, osservazioni e interventi chirurgici. Gente che lotta, mediamente, da tre, anche quattro anni con il “male”. Una signora, indossa una mascherina, è anche fra il pubblico. Racconta la sua odissea senza fine. Una delle tante, ma non tutti mostrano lo stesso coraggio. «Dopo la diagnosi e una lunga serie di cure e interventi della speranza – dice la donna – sembrava che tutto fosse stato circoscritto, perfino debellato, invece ecco il male vigliacco, tutto si ripresenta con le stesse modalità, le stesse ansie, le stesse corse e le stesse file in questa o quella struttura sanitaria». 
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