Rione Tamburi, l'idea del sindaco: case a prezzi di costo per gli abitanti degli stabili da demolire

Rione Tamburi, l'idea del sindaco: case a prezzi di costo per gli abitanti degli stabili da demolire
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 14:58
vendita-caseComprare appartamenti già pronti in cui ospitare gli abitanti delle case parcheggio destinate alla demolizione, perché ostaggio dell’inquinamento e del degrado. Magari approfittando del crollo del mercato del mattone a Taranto. È piuttosto interessante il suggerimento che il sindaco Ippazio Stefàno ha spedito per lettera al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Indiscutibile il punto di partenza, ovvero il risanamento di quella zona del rione costretto da decenni a convivere con fumi e polveri targati Ilva. Tutto da discutere, invece, la soluzione indicata con la teoria di investire denaro pubblico per comprare case in vendita, spuntando un prezzo basso grazie al crollo del mercato. Un crollo, detto per inciso, che non è proprio indipendente dalla situazione in cui la città è piombata da quando è esplosa la grana Ilva e inquinamento. 
«Devo richiamare - scrive il primo cittadino - l’attenzione sulla grave situazione abitativa al Quartiere Tamburi e sulla necessità di dare risposte immediate Programmi, come i lavori del Tavolo Istituzionale per l’attuazione del Cis, necessitano di tempi lunghi per intravederne concretamente i frutti. Ci sono questioni ed obiettivi per i quali possiamo aspettare, ma altre sono particolarmente urgenti ed indifferibili. In questo senso il fattore tempo non gioca a favore della salute e della qualità della vita dei tarantini se solo pensiamo, ad esempio, all’intervento della indispensabile “Forestazione Urbana” al Quartiere Tamburi la cui realizzazione passa attraverso la demolizione delle cosiddette ”case-parcheggio” e palazzine vicinie ai parchi minerari Ilva, per un totale di n.448 alloggi e loro ricostruzione in altri siti del territorio comunale».
 
«Si tratta - continua Ippazio Stefàno - di costruzioni, soprattutto quelle delle case-parcheggio, in forte degrado edilizio il che concorre, e non poco, a determinare condizioni di vita sociale oltremodo invivibili e pericolose alle famiglie dimoranti. Abitazioni colpite dal pesante inquinamento dell’aria, ma anche da diffuse infiltrazioni di acque piovane, derivanti dal pessimo stato manutentivo sia delle pareti perimetrali esterne che dei terrazzi; dalla compromissione della buona tenuta delle colonne montanti.     In questo contesto di diffusa compromissione dei luoghi è pressocchè scontata la proliferazione di ratti che spesso entrano nelle abitazioni attraverso le condotte di scarico». Un quadro desolante che il sindaco ha voluto nuovamente rappresentare ad Emiliano visto che «il patrimonio edilizio in questione è di intera proprietà dell’Arca, e questo induce a chiedere direttamente alla Regione perchè attivi, da subito, senza aspettare la costruzione di nuovi edifici, il che vorrebbe dire attendere ancora altri anni».

Per accorciare tempi e risolvere la problematica ecco quindi la strada indicata da Stefàno. Ovvero acquistare «con le risorse finanziarie disponibili sul libero mercato complessi edilizi già realizzati. Soluzione che in questo momento appare conveniente visto il crollo dei prezzi di vendita e ciò allo scopo di allontanare in tempi brevi questi nuclei familiari e consentire l’avvio delle opere di ambientalizzazione territoriale di cui il quartiere ha estremo bisogno. E pensare che a Taranto - insiste il primo cittadino - secondo dati statici, sarebbero ben quindicimila gli alloggi sfitti. Questo sarebbe il primo passo da compiere, credo, che esso sia ampiamente atteso da quelle famiglie che oltre a soffrire per l’ambiente, convivono con una diffusa condizione di degrado edilizio abitativo, sia pure sommariamente sopra evidenziata. Sono pienamente convinto - conclude il primo cittadino di Taranto nella missiva spedita a Emiliano - che queste necessità troveranno la Sua condivisione, soprattutto in ordine alla considerazione che dalle parole ed alle dichiarazioni occorre passare ai fatti con tutta la dovuta urgenza».
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