Renzi: «Siamo a Taranto per mantenere gli impegni. Il Sud è la prima sfida»

Renzi: «Siamo a Taranto per mantenere gli impegni. Il Sud è la prima sfida»
di Francesco G. GIOFFREDI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Luglio 2016, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 19:55

Il giro d’Italia renziano di queste settimane affronta oggi una delle tappe dolomitiche: Taranto, città martoriata e affamata di futuro. L’Ilva, l’ambiente, la rinascita culturale, le infrastrutture, i rapporti spigolosi col governatore pugliese Michele Emiliano: vetta impervia e pendenze per scalatori. Matteo Renzi atterra per la seconda volta nel capoluogo jonico da quando è premier, e l’agenda è cucita essenzialmente su due appuntamenti cardine: l’inaugurazione del secondo piano del Museo archeologico (alle 11); e un’ora dopo in Prefettura la firma (non una novità, ma la simbolica conferma di impegni già presi nei mesi scorsi) del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, un dossier da 850 milioni di euro. Emblemi, nella dialettica del premier, che si incastonano - o ci provano - nella “narrazione” per il Mezzogiorno: «Il Governo - fa sapere il premier a Quotidiano - ha preso degli impegni precisi, non generici, con il Sud e oggi a Taranto viene per mantenerli. Il Contratto di sviluppo che firmiamo con la città vale 850 milioni di euro: impegni puntuali, verificabili, tracciabili, tempi certi, massima trasparenza». Non solo Taranto, ma tutto il Sud che - aggiunge - «è la prima sfida politica, sociale e culturale per il nostro Paese. È finita la stagione dei soldi a pioggia che non creano sviluppo: abbiamo accelerato sui Fondi europei e nel 2015 il Mezzogiorno, come ci dice lo Svimez, ha superato il Centronord nel Pil; ora andiamo avanti, al Mezzogiorno servono più investimenti e una politica che faccia bene il suo lavoro». E pazienza se slitta ancora la firma del Patto Puglia con Emiliano, altra ruota dentata di quel Masterplan per il Mezzogiorno annunciato proprio un anno fa e dopo una relazione choc di Svimez.
 
Nel programma odierno c’è anche un terzo appuntamento: Renzi intorno alle 13 sarà all’hotel Mercure Delfino di Taranto per discutere di “l’impresa di cambiare l’Italia” nell’ambito della Summer school nazionale di Futuredem. Poi via in elicottero in Sardegna, per firmare il Patto col governatore Francesco Pigliaru. Il premier a Taranto sarà accompagnato dai ministri Dario Franceschini (Beni culturali) e Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti) e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (vera anima del Cis per Taranto e di tutto il Masterplan). In Regione c’è già chi impugna la matita rossa/blu e fa notare: solo una passerella, perché per esempio il Contratto istituzionale di sviluppo è stato già sottoscritto dal governo e da tutti i primattori della partita (Regione compresa). Sì: il 23 dicembre scorso il Cipe ha blindato gli 850 milioni per porto, bonifiche, sanità, riqualificazione urbanistica, arsenale, infrastrutture. Ma Renzi vuol ora coordinare il Cis nella cornice del Masterplan, quasi come fosse una specie di “patto suppletivo” rispetto a quelli ormai definiti con Regioni e Città metropolitane del Mezzogiorno. Un’ottica in cui, almeno in termini generali, vuol far rientrare anche la piena valorizzazione del MarTa. Senza però più «soldi a pioggia che non creano sviluppo».

L’atterraggio non sarà morbido: qualche inevitabile picchetto di protesta davanti alla prefettura, i sindacati metalmeccanici in pressing desiderosi di aprire il confronto su Ilva (all’indomani della conversione in legge del decimo decreto), e l’ingombrante sagoma di Emiliano all’orizzonte. Il governatore ci sarà, e siederà al tavolo in prefettura: il gioco di sguardi tra i due duellanti sarà un altro piatto forte di giornata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA