Ucciso da una pioggia di piombo: oggi l'autopsia

Ucciso da una pioggia di piombo: oggi l'autopsia
di Nazareno DINOI
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Sabato 23 Luglio 2016, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:06

Era composto da almeno due persone (tre, se il mezzo utilizzato è stata una macchina), il commando che venerdì sera, 22 luglio, intorno alle 23, ha ucciso a Pulsano il 47enne Francesco Galeandro, pluripregiudicato del posto con condanne anche per reati di mafia. L’uomo che è morto a pochi metri dalla masseria di famiglia in contrada «Palumbo», agro di Pulsano, è stato raggiunto da numerosi proiettili esplosi da due armi, una delle quali semi automatica di calibro 9x21. Il fatto di sangue, una vera e propria esecuzione, è avvenuto in una zona isolata tra Pulsano e San Giorgio Jonico all’altezza dello svincolo per Faggiano. Cento metri più avanti avrebbe raggiunto l’abitazione dove l’attendevano i suoi familiari che sentendo gli spari sono accorsi facendo la tragica scoperta. L’auto della vittima, una Smart, era ferma sul bordo destro del viale che conduce alla masseria con i vetri del lato guidatore e del cruscotto posteriore frantumati. La portiera era chiusa e seguendo la scia di sangue che partiva dalla piccola utilitaria hanno trovato il corpo esanime del loro parente.

Sono stati loro a chiamare il 118 che a sua volta ha attivato i carabinieri. Quando sono arrivati i sanitari Galeandro era già morto. Il suo corpo era riverso sul bordo della strada nella parte opposta dove era ferma l’auto. Vistose macchie di sangue erano presenti sulla parte superiore di un muretto che la vittima, con molta probabilità, ha tentato di scavalcare per sfuggire ai suoi assalitori che lo hanno colpito anche alle spalle.
 

 


I carabinieri del comando provinciale di Taranto e della compagnia di Manduria hanno tracciato una prima sommaria ricostruzione del delitto. I sicari, almeno due armati differentemente, hanno affiancato la Smart esplodendo un numero imprecisato di colpi (almeno 10 i bossoli repertati) sia sul lato guidatore che nella parte posteriore del mezzo. Ferito e nel tentativo di scampare a sicura morte, il pulsanese è sceso dall’auto cercando scampo al di là del muretto quando è stato raggiunto da altri proiettili alle spalle che lo hanno finito.

Già nella notte sono state eseguite diverse perquisizioni mentre intorno alla zona venivano organizzati posti di blocco. L’attività investigativa è proseguita anche ieri con l’acquisizione di testimonianze dei familiari e con l’ascolto di alcune persone che potrebbero essere a conoscenza di particolari importanti. La pista più seguita sarebbe quella che gira attorno al mercato della droga o comunque negli interessi criminali locali.
L’obiettivo dei killer, uscito dal carcere quattro anni fa dopo che aveva scontato una condanna di 15 anni, era un elemento di peso nella mala di questo versante orientale della provincia con un lunghissimo e ricco curriculum criminale. Il suo nome compare nelle più importanti inchiesta della procura jonica e dell’antimafia di Lecce affianco a esponenti simbolo della criminalità organizzata di Taranto come gli Scarci, Modeo, De Vitis, per citarne alcuni. Lunedì l’autopsia disposta dal pm Remo Epifani.






 

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