Manifestarono in favore di gip e pm che indagavano sull'Ilva: condannati in trentadue

Manifestarono in favore di gip e pm che indagavano sull'Ilva: condannati in trentadue
2 Minuti di Lettura
Sabato 22 Ottobre 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 15:34
Sarà un processo, al via dal 2 febbraio dell’anno prossimo, a definire la posizione di ventisei tarantini a carico dei quali era scattato a suo tempo il decreto penale di condanna per aver preso parte a una manifestazione, che non era stata autorizzata, davanti Palazzo di giustizia del capoluogo tarantino.
La manifestazione era stata indetta per una forma solidarietà verso la procura della Repubblica di Taranto e soprattutto del giudice per le indagini preliminari del tribunale dottoressa Patrizia Todisco. 
Proprio in quel giorno infatti, era il 30 marzo del 2012, era in corso di celebrazione la seconda udienza dell’incidente probatorio disposto dal gip e nel corso del quale si discuteva la maxiperizia sanitaria che aveva certificato i danni causati sui lavoratori e sui cittadini dalle emissioni nocive dell’Ilva. Perizia che avrebbe poi portato al processo per i presunti disastri e i decessi provocati dalle produzioni dello stabilimento siderurgico.
 
Per quella manifestazione, con individuazione dei manifestanti operata dalle forze dell’ordine, vi era stata l’emissione, su richiesta della stessa procura di Taranto, di trentadue decreti penali di condanna da parte di altro giudice del tribunale.
Così, dopo l’emissione dei decreti penali, emessa nel febbraio 2015, i difensori di una parte dei condannati hanno presentato ricorso che sarà trattato, appunto, dal tribunale di Taranto.
Secondo l’accusa, la manifestazione era stata vietata espressamente dal questore di Taranto per motivi di ordine pubblico dato che in quella stessa giornata, 8mila lavoratori dello stabilimento siderurgico manifestarono in difesa del posto di lavoro. La differenza tra le due manifestazioni, però, è che quella degli operai Ilva era stata autorizzata. Entrambe le manifestazioni, in ogni caso, furono pacifiche.

Nella sua ordinanza con la quale negava l’ok alla manifestazione a sostegno della magistratura, il questore aveva spiegato che la manifestazione «è in relazione diretta con il contestuale svolgimento presso il Palazzo di Giustizia dell'udienza per incidente probatorio nel procedimento penale a carico dei responsabili della stabilimento siderurgico Ilva per reati ambientali, che sta alimentando riflessioni che dividono la pubblica opinione fra sostenitori dei temi ambientali e delle ragioni dell'occupazione lavorativa» e che vista la contemporaneità rispetto alla manifestazione degli operai dell’azienda siderurgica, il sit in dinanzi al tribunale «potrebbe determinare criticità sotto il profilo dell'ordine, della sicurezza pubblica e della regolarità delle attività istituzionali che si svolgono nell'area in questione».

Furono centinaia, tuttavia, le persone che si presentarono davanti al Palazzo di giustizia.
E per 32 scattò poi l’ammenda superiore ai 3mila euro per «aver preso parte a una manifestazione non autorizzata e aver ignorato gli ordini della pubblica sicurezza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA