Cerca di difendere la mamma dalla furia del compagno: bimbo picchiato con una mazza

Cerca di difendere la mamma dalla furia del compagno: bimbo picchiato con una mazza
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Domenica 21 Marzo 2021, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Ha picchiato ripetutamente la compagna e il figlioletto di soli 8 anni avuto dalla donna da una precedente relazione. E per questo un tarantino di 26 anni è stato arrestato e condotto in carcere dagli agenti della Squadra Mobile di Taranto, con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e inosservanza del divieto di avvicinamento. L'uomo ora è in carcere per le violenze ai danni della donna e del figlio

LE VIOLENZE

A gennaio scorso, nei confronti dell’arrestato, sempre per gli stessi reati fu emessa un’ordinanza di divieto di avvicinamento alla vittima, dopo la denuncia presentata dalla donna. Le indagini della Polizia hanno accertato che il giovane da qualche anno, costringeva la compagna a stare chiusa in casa in un regime di vero e proprio terrore, con continue aggressioni fisiche e verbali. L’uomo non avrebbe perso occasione per picchiare con inaudita violenza la compagna spesso incurante della presenza dei loro tre figli in tenera età. Violenze inizialmente mai denunciate per paura di ulteriori ritorsioni sia personali che verso i suoi quattro figli tra i quali il più grande di otto anni, nato da una precedente relazione.

I poliziotti hanno accertato che il giovane negli ultimi tempi, incurante del divieto di avvicinamento, ha continuato non solo nelle sue abitudini violente, ma si sarebbe scagliato anche contro il figlio di otto anni della donna che avrebbe cercato di difendere la mamma. 

A 8 ANNI DIFENDE LA MAMMA

Il bambino a soli 8 anni, infatti, avrebbe reagito alle violenze del patrigno, cercando di mettersi tra lui e la mamma. E anche lui sarebbe stato picchiato. In un caso sarebbe stato colpito anche con una mazza da baseball sulle gambe. Il piccolo inoltre era quasi soggiogato da quell'uomo che gli imponeva il silenzio su tutto ciò che accadeva all’interno delle mura domestiche, spaventandolo con la sua imminente reclusione in un istituto minorile. La paziente opera dei suoi insegnanti che hanno inizialmente notato i disagi del piccolo e successivamente l’attività degli agenti della Squadra Mobile ha permesso di far emergere le violenze.

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