Personale al lumicino, disagi e proteste al Santissima Annunziata

Personale al lumicino, disagi e proteste al Santissima Annunziata
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 12:20
«Era un timore, ma oggi è una certezza. Le file al Pronto Soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata a Taranto ci sono, e hanno creato disagi agli utenti».
La denuncia arriva dal consigliere regionale Renato Perrini, Conservatori e Riformisti, ed è corredata anche da immagini. Le testimonianze, anche fotografiche, lo dimostrano in maniera chiara.
«È stata scattata lunedì scorso, ed è la prova dell’errore commesso dalla Asl di Taranto, con il vaglio della Regione Puglia, che ad inizio stagione ha deciso di chiudere il Pronto Soccorso dell’Ospedale Moscati al quartiere Paolo VI, e di spostare tutta l’attività nel nosocomio di via Bruno a Taranto. Il livello di stress dei medici e degli utenti-pazienti è altissimo, fomentato dal caldo e dalle lunghe file. Il nervosismo è alle stelle. La scorsa settimana addirittura, sono dovute intervenire le Forze dell’Ordine per sedare gli animi e riportare la calma; in questa occasione l’attesa per un semplice controllo è stata di oltre tre ore».

Secondo Perrini tutto questo accade perché «il Piano regionale delle Emergenze ha previsto la chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati, che dal primo luglio è stato trasformato in “Punto di Primo intervento” gestito da un solo medico e da sei infermieri. Il punto di primo intervento dell’ospedale Moscati è diventato quindi un ambulatorio affidato al personale del 118 in grado di stabilizzare i pazienti e predisporli per il trasferimento protetto allo stabilimento centrale del Santissima Annunziata di Taranto dove è stata collocata la restante parte del personale. Il ridimensionamento del Pronto Soccorso del Moscati non solo ha penalizzato l’utenza del quartiere Paolo VI e del quartiere Tamburi, e dei Comuni di Statte, Montemesola e Crispiano che fanno riferimento all’ospedale Nord per ogni tipo di cura d’urgenza, ma è anche la causa del “sovraffollamento” del Santissima Annunziata».

Nel mese di giugno il consigliere regionale ha organizzato una raccolta firme “No alla chiusura del Moscati” poi consegnata al presidente Emiliano, e ha presentato una mozione per fermare tale decisione. «Ma Asl di Taranto e Regione Puglia hanno scelto di andare avanti con questo Piano estivo, che a ben guardare, sta penalizzando l’utenza. Non basta però sollevare il “caso” del pronto soccorso del Santissima Annunziata e del Piano estivo delle Emergenze. Bisogna ragionare in maniera più organica delle ricadute su Taranto del Piano di Riordino Ospedaliero voluto dal governo Emiliano. Più volte ho parlato con il direttore generale della Asl di Taranto che mi ha esposto la sua idea complessiva di programmazione sanitaria a Taranto e provincia. Sebbene condivida alcune linee portanti, ovvero la necessità di riorganizzare le rete ospedaliera per renderla più funzionale, e quindi prevedere anche dei tagli, ho sempre ribadito l’urgenza di potenziare l’ospedale Moscati in primis per la sua collocazione naturale».

Il nosocomio al quartiere Paolo VI «può essere ampliato, ad esempio con nuovi padiglioni, perché ha tutte le caratteristiche logistiche per accogliere al meglio l’utenza. Non solo: può e deve essere potenziato per ciò che concerne i reparti e il personale, avendo già al suo interno l’eccellenza medica per la cura dei tumori».
Infine, Renato Perrini si schiera apertamente contro la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo. L’auspicio è il potenziamento delle strutture già esistenti: «Non servono investimenti per nuovi ospedali, come il San Cataldo di futura costruzione, ma risorse per rendere più efficiente ciò che già Taranto possiede. Ecco perché ribadisco per l’ennesima volta la necessità, vista la situazione ambientale locale che è causa dell’alta incidenza di patologie tumorali, di una “Legge Speciale per Taranto” in campo sanitario, con la quale pianificare il rilancio ospedaliero con serietà e lungimiranza».
 
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