Incarico sospetto: cinque indagati all’Asl

Incarico sospetto: cinque indagati all’Asl
di Lino CAMPICELLI
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Lunedì 27 Febbraio 2017, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Un incarico di dirigente medico, all’interno della struttura complessa di “Neurochirurgia” dell’ospedale Santissima Annunziata, è al centro di una inchiesta definita dalla procura della Repubblica di Taranto.
L’incarico è quello relativo alla direzione quinquennale della struttura, la cui assegnazione si è tradotta nelle potesi dei reati di falso ideologico, falsità materiale in atto pubblico e abuso d’ufficio.
A definire l’indagine svolta dai carabinieri del Nas è stato il sostituto procuratore della Repubblica dottor Enrico Bruschi che ha fatto notificare a cinque persone il canonico avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Secondo la tesi dell’accusa, sarebbero state irregolari le procedure seguite per l’assegnazione dell’incarico, avvenuta nel gennaio 2016, al dottor Giovanni Battista Costella, 60enne originario di Taranto. Il professionista è indagato insieme con altre quattro persone.
Si tratta dei componenti della commissione esaminatrice: Danilo Lucantoni, 64enne originario di Giulianova; Gaetano Merlicco, foggiano di 67 anni; il sessantenne Alessandro Melatini, originario di Trieste e residente a Lecce; e la dottoressa Maria Filomena Leone, tarantina di 63 anni, che all’epoca era direttore sanitario dell’Asl di Taranto.
In esecuzione «di un medesimo disegno criminoso», secondo la prospettazione accusatoria, e a vario titolo, gli indagati avrebbero implicitamente attestato falsamente che il dottor Costella «aveva presentato la documentazione a corredo del curriculum, omettendo di escluderlo ed anzi attribuendogli il punteggio di 3,50 punti per la tipologia qualitativa e quantitativa delle prestazioni effettuate, in assenza di ogni indicazione sulla natura degli interventi svolti per mancata allegazione alla casistica».
Questa condotta si sarebbe tradotta in un danno per altri candidati e avrebbe, al contrario, secondo l’accusa formulata dal dottor Bruschi, «un ingiusto vantaggio patrimoniale» al destinatario dell’incarico.
Il dottor Costella, nella circostanza, fu designato dalla commissione come il primo della terna di concorrenti. Il direttore generale della Asl, avvocato Stefano Rossi, prese atto dell’esito dei lavori della commissione esaminatrice e gli conferì l’incarico quinquennale, a partire dal 15 gennaio 2016.
Nel ricostruire l’intera vicenda e i suoi passaggi procedurali, il dottor Bruschi ha evidenziato come l’avviso pubblico indetto dall’azienda sanitaria sia stato ufficializzato il 19 maggio 2015 e come la commissione abbia «attestato falsamente» che Costella aveva depositato la documentazione richiesta dall’avviso pubblico. In realtà, ha evidenziato l’accusa pubblica, il medico si sarebbe limitato a presentare una certificazione del direttore di presidio ospedaliero e del direttore di unità operativa complessa di neurochirurgia dell’Asl di Modena. Ciò, secondo l’accusa, avrebbe configurato la violazione dell’avviso pubblico, del dovere di imparzialità previsto dalla Costituzione e del regolamento della Regione Puglia.
Per la cronaca, il caso giudiziario, partito dalla denuncia di uno dei medici che avevano peso parte alla selezione, ha anche una “coda” lavoristica, dal momento che la questione, attraverso l’avvocato Luigi Cecinato, è finita all’esame del giudice del Lavoro e della magistratura amministrativa, aditi dallo stesso denunciante.
Con l’Aci, la parola passa ora agli indagati, che hanno la possibilità di confutare gli addebiti, dimostrando la linearità delle rispettive condotte.
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