Taranto, grande cuore
Il Matera non sfonda: 1-1

Taranto, grande cuore Il Matera non sfonda: 1-1
di Mimmo CARRIERI
4 Minuti di Lettura
Domenica 28 Agosto 2016, 22:32 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 13:30
Istantanea preventiva del campionato: pareggio soffertissimo da “coccolare” per il Taranto contro una delle candidate alla vittoria del girone; pari di amarezza e di imperfezione finale per il Matera, al cospetto di una “matricola” che vuole salvarsi.
La Lega Pro, riapparsa dopo quattro anni, è già una lezione: i rossoblù devono migliorarsi e rinforzarsi (il centrocampo langue…), ma giocano già da squadra, gruppo e collettivo di fatica; tra le top del girone ci sarà il Matera, che quando troverà sbocco più brillante ad una manovra già armoniosa e sincronizzata, diverrà candidata compiuta alla promozione.

Prima della sfida il colpo d’occhio è da brividi: quasi diecimila spettatori ed una “febbre” che non si sentiva da anni, perché l’emozione sarà parte in causa di tutta l’annata, sovrastando (se non altro nella prima parte di stagione) tutto quanto attiene le considerazioni tecniche. Che però già da ieri forniscono spunti di ragionamento. Opzioni, uomini e atteggiamento, infatti, sono quelli punteggiati dalla vigilia. Papagni si affida al “suo” 3-5-2 con Potenza e De Giorgi larghi, Sampietro preferito a Lo Sicco dal primo minuto e Magnaghi inizialmente in panca. Il 3-4-3 materano manca di alcune pedine ma risente dell’impronta già nitida di Auteri (circolazione veloce e sovrapposizioni a memoria). È ancora calcio d’agosto: il Taranto attende gli ultimi rinforzi (seconda punta e centrocampista di sostanza paiono urgenti); il Matera aspetta di migliorare intesa, automatismi e continuità. L’impatto tarantino sul match è prodigo di bramosia fin dal calcio d’inizio. È con l’intensità che Papagni prova a spaventare l’avversario o più cautamente a bilanciare lo squilibrio tecnico che favorisce i lucani. Il pressing ionico, nei primi minuti, è alto, soffocante, rabbioso, cogliendo gli ospiti (con 400 tifosi al seguito) ancora lunghi forse perché in fase di studio (della gara e di se stessi). Perciò dopo 8’ una percussione centrale (tra le linee) di Bollino viene fermata con un fallo: dai venti metri la bordata di Stendardo tocca la faccia interna del palo e s’insacca. Uno a zero ed entusiasmo incontenibile degli spalti.

Il vantaggio “prematuro” asseconda un’inerzia pericolosa: Balistreri e soci si rifugiano nella propria metà campo in condotta di attesa e di (quasi sempre ordinata) protezione degli spazi e del risultato, senza tuttavia mai riuscire a ripartire. Merito di una reazione organizzata da parte dei materani, con possesso lucido, trame ben portate a mente e tecnica apprezzabile, elementi che annullano la teorica inferiorità numerica che gli uomini di Auteri potrebbero patire in mezzo al campo. Nella prima frazione, comunque, agli ospiti manca il guizzo decisivo negli ultimi sedici metri. Infantino, per esempio al 17’, colpisce male (cross basso di Armellino). Poco dopo Maurantonio blocca prima la conclusione non violenta di Strambelli e poi rintuzza il traversone basso dell’esterno Di Lorenzo (elemento assai interessante). Per otturare le incursioni materane sulla sinistra tarantina, dopo la mezzora Papagni inverte gli esterni, mettendo De Giorgi sulla fascia mancina per riuscire nello scopo. Prima del finale di frazione un episodio contestato: Ingrosso colpisce al volto (a gioco fermo) Nigro. L’arbitro estrae il giallo e forse sbaglia colore. Il tempo finirà con un sinistro alto di Carretta ed una uscita bassa di Maurantonio, che sbroglia una mischia affollatissima.

In avvio di ripresa il tecnico ionico apporta una prima modifica: dentro Balzano per Paolucci, con il primo che va a fare l’esterno destro e Potenza che si accentra per giocare da intermedio mancino. Non sarà una mossa propizia, specie perché Balzano non si rivelerà all’altezza della contesa. Sebbene il secondo tempo sia inaugurato da una palla-gol locale. Corsa centrale di Nigro per trenta metri, scambio al limite dell’area con Bollino e sinistro altissimo dello stesso Nigro. Al 56’ Maurantonio è reattivo e decisivo sul destro forte di Casoli, uno dei due esterni che affondano con continuità e precisione. Il pari ospite, però, è nelle corde di un episodio. Dall’ennesimo corner generato da un errore tarantino (Balzano), Iannini va al tiro e Nigro respinge a “corpo morto” con un braccio troppo largo: rigore forse generoso. Infantino dal dischetto trasforma. Poco prima era entrato Magnaghi per Potenza (altro cambio di scarsa interpretazione se non atletica) e subito dopo il pari era stato immesso Cedric per Altobello. E proprio su un traversone dell’ex primavera della Roma, Piccini forse tocca con una mano scatenando le proteste rossoblù.
Una paratona di Maurantonio su Sartore ed un destro largo di Infantino chiudono la contesa, il cui esito finale arride al tipo di campionato che il Taranto deve solcare: di sofferenza e di sacrificio, quindi di punti contro chiunque, anche le più forti, come ieri si è dimostrato il Matera.








 
© RIPRODUZIONE RISERVATA