Matacchiera: «Pronto a candidarmi
ma il vero consenso deve venire dalla piazza»

Matacchiera: «Pronto a candidarmi ma il vero consenso deve venire dalla piazza»
di Michele MONTEMURRO
4 Minuti di Lettura
Martedì 24 Gennaio 2017, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 13:25
L’ambientalista Fabio Matacchiera annuncia la sua intenzione di candidarsi a sindaco. Prima, però, «manca l’ultimo step: che è quello della piazza». Matacchiera, dunque, si candida oppure no? «Presumo di sì, sono ottimista ma la piazza deve essere vera. Non posso permettermi di fare flop, devo capire il gradimento, deve decidere la gente e se sarà molta farò questo passo».
La convocazione per il comizio in piazza della Vittoria è fissata per la prima settimana di febbraio e forse già stamattina, quando il presidente del Fondo Antidiossina si recherà in Questura per verificare la disponibilità della piazza, si potrà sapere la data. L’annuncio, salutato sul social network con mille “mi piace” dai sostenitori di Matacchiera, lascia secondo il diretto interessato il tempo che trova: «Sui social mettere il “like” è facile, bisogna vedere se la piazza si riempie, significa avere buone possibilità di prendere voti».
Sul da farsi il possibile candidato sindaco ha già le idee chiare: «Se dovessi diventare primo cittadino - spiega l’ambientalista - darei all’Ilva tre mesi di tempo. Se vedo che i fumi oltrepassano il recinto mi adopero per l’ordinanza di chiusura e costituisco una task force per vedere cosa succede fuori dal perimetro dello stabilimento, facendo riferimento alle norme per il Testo unico per l’ambiente». E sull’ipotesi di decarbonizzazione, Matacchiera non chiude: «Se mi dimostrano che porta alla riduzione quasi totale dell’inquinamento se ne può parlare, ma me lo devono dimostrare, io propendo per la chiusura degli impianti che inquinano».
Inevitabile, dunque, la domanda su un’eventuale alleanza con chi potrebbe portare avanti l’idea di decarbonizzazione del presidente della Regione Michele Emiliano: l’ex procuratore capo Franco Sebastio. «È una domanda che non mi aspettavo - ammette Matacchiera - però penserei più a un Sebastio che si goda la pensione considerata l’età, ciò non toglie che lui è una persona che ha tutti i diritti di presentarsi come candidato sindaco, però bisogna vedere chi prende i voti, e lo dico anche a me stesso».
Secondo il presidente del Fondo Antidiossina bisognerebbe «scegliere una persona che ha coraggio, perché solo chi lo ha può cambiare questa città, solo chi sa dire di no ai delinquenti». Matacchiera, dunque, ridimensiona il Movimento 5 Stelle, perché secondo lui a Taranto potrebbe non avere lo stesso appeal registrato alle scorse amministrative a Roma, dove è stata eletta sindaco Virginia Raggi: «Anziché vedere il simbolo - dice - la gente dovrebbe vedere la persona. Taranto non è Roma, il simbolo qui vale meno rispetto a una grande città. E il rischio grosso è di vedere chi si iscrive all’ultimo ad un partito e non ha mai fatto nulla prima lì dentro». Un riferimento al Comitato “Liberi e pensanti” che vanta iscritti dell’ultimora al M5S? Matacchiera risponde: «Non lo voglio fare perché non sono mai riuscito ad avere un rapporto dialettico tranquillo e pacato col Comitato “Liberi e pensanti”, non si riesce ad avere nessun tipo di confronto ma non stavo pensando a loro, dicevo in generale. Non ho mai avuto un rapporto dialettico sereno con loro, così come con alcune frange di ambientalisti, legati a principi ideologici estremi, che mi definiscono fascista. Provengo da una famiglia di destra, ma non sono fascista».
Anche se in passato proprio a Taranto un movimento, At6, ha vinto le comunali correndo da solo, proprio come il M5S nei mesi scorsi a Roma, Matacchiera pensa di varare «una lista civica di persone oneste», ma non chiederà alleanze ai partiti tradizionali: «Se loro vogliono dare un appoggio - chiarisce - ben venga, ma non sarà io a chiederlo, soprattutto a quelli che hanno contribuito al disastro economico e sociale della città».
Discorso diverso per i Verdi: «A loro - spiega Matacchiera - non posso dire di no, ma noi non c’entriamo niente col Pd e coi partiti della destra, che se però vogliono sposare i principi di concetti irremovibili di rigidità ben vengano. Non ho la velleità di fare il sindaco, sono un insegnante di ruolo, faccio anche l’imprenditore e - conclude - non sono alla ricerca di un posto di lavoro, lo faccio esclusivamente per questa città».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA