Il pedone investito non ce l'ha fatta: donati i suoi organi

Il pedone investito non ce l'ha fatta: donati i suoi organi
di Nazareno DINOI
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Venerdì 26 Agosto 2016, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 09:16
Sette giorni di agonia senza aver mai ripreso conoscenza e poi la morte, avvenuta ieri pomeriggio nell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto dove era stato ricoverato in gravissime condizioni nella notte tra il 18 e il 19 agosto.
Giovanni Aprea, trentasette anni, tarantino, era stato investito da un’auto pirata sulla litoranea jonica. Alle 14,45 di ieri i medici della rianimazione hanno dichiarato la morte clinica affidando il corpo all’equipe specializzata per l’espianto degli organi che, grazie alla sensibilità dei suoi familiari che hanno acconsentito alla donazione, daranno possibilità di vita ad altre persone.
Si chiude con un gesto d’amore, dunque, la brutta storia iniziata sette giorni fa quando un automobilista che è poi risultato positivo all’alcol test, aveva investito senza fermarsi un pedone, Aprea, appunto, che camminava sulla litoranea della marina di Lizzano all’altezza di un affollato locale pubblico dove aveva assistito ad uno spettacolo musicale.
Soccorso dal personale del 118 e trasportato nell’ospedale Santissima Annunziata, il trentasettenne ferito era stato operato nella notte nella speranza di salvargli la vita. Purtroppo gli sforzi dei medici sono serviti ad allungare l’agonia di altri sette giorni prima del decesso.

Per l’investitore ora che era stato individuato e arrestato la mattina dopo, un ventisettenne di Taranto che aveva bevuto, si dovrà cambiare il reato principale a suo carico che da lesioni personali gravissime passerà ad omicidio stradale, con l'aggravante dell'omissione di soccorso e la guida in stato di ebbrezza alcolica.
Il giovane tarantino che era alla guida di una Lancia Y aveva travolto il pedone fermandosi qualche metro più avanti prima di accelerare e allontanarsi a fari spenti, secondo i carabinieri per non farsi riconoscere.
L’autista pirata era poi tornato indietro, probabilmente per rendersi conti della gravità delle ferite provocate al pedone, ma si era nuovamente allontanato dopo che un amico del ferito lo aveva riconosciuto. L’investitore il giorno dopo era stato infine bloccato e arrestato dai carabinieri mentre chiedeva informazioni ad una guardia giurata, in servizio nell’ospedale, sullo stato di salute della persona investita e ricoverata in quella struttura sanitaria.
Lo sfortunato Aprea subito dopo il ricovero era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al cervello e ricoverato in rianimazione dove poi è morto e dove è avvenuto l’espianto dei suoi organi.




 
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