Sabbia sbancata per creare un campo di beach volley: denunciato il gestore

Sabbia sbancata per creare un campo di beach volley: denunciato il gestore
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Lunedì 25 Luglio 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 14:29
Lavori abusivi all’interno di uno stabilimento balneare di Marina di Ginosa: i carabinieri intervengono e sequestrano la struttura.
I carabinieri della stazione di Marina di Ginosa, congiuntamente a personale della locale stazione del Corpo Forestale, nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione e contrasto dei reati in materia ambientale, hanno infatti sottoposto a sequestro un’area dunale, dell’estensione di circa 400 metri quadrati e denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica del capoluogo jonico, un 43enne originario di Castellaneta, risulttao essere il concessionario di uno stabilimento balneare in Marina di Ginosa.
Secondo quanto evidenziato dall’Arma dei carabinieri, i militari e gli agenti della Forestale intervenuti hanno accertato la realizzazione, senza alcun titolo autorizzatorio, di lavori di spianamento in area sottoposta a vincolo paesaggistico nonché sito di interesse comunitario (Sic “pinete dell’arco jonico”), di fondamentale importanza ambientale anche per la funzione di contrasto del fenomeno della desertificazione.
 
Nello specifico, gli investigatori acquisivano la notizia che in agro di quel comune, presso un lido, erano stati realizzati lavori di spianamento di una porzione di arenile, adiacente ad uno stabilimento balneare, che veniva persino recintata al fine di realizzare un campo da beach volley.
Esperiti i dovuti accertamenti, dopo essersi recati sul posto gli investigatori hanno accertato la veridicità della notizia appurando che conformazione ed ubicazione dell’intervento, eseguito su un’area del demanio marittimo, poteva essere suscettibile di funzionalità unicamente al lido gestito dal 43enne.
Il bene appartiene allo Stato ed è destinato, per natura o per legge, al soddisfacimento di una funzione pubblica e per tali motivi i lavori eseguiti sull’area si configurano non solo come non autorizzati dalla normativa vigente in campo paesaggistico e ambientale ma realizzati senza alcuna finalità per il pubblico interesse.
All’esito dell’attività, l’area è stata sottoposta a sequestro.
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