Mafia, nessuna collusione e il gup assolve 4 imputati

Mafia, nessuna collusione e il gup assolve 4 imputati
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 16:42
Quattro assoluzioni e una sola condanna, ma solo per il reato di favoreggiamento, hanno caratterizzato il giudizio abbreviato definito a Lecce, nell’ambito dell’operazione denominata “The old 2”, che era starta messa a segno a suo tempo dalla distrettuale antimafia di Lecce.
Ieri, la posizione di quanti avevano optato per la causa con lo sconto si è risolta favorevolmente per la maggior parte degli imputati. Gli stessi sono comparsi al cospetto del giudice dell’udienza preliminare di Lecce dottor Michele Toriello.
A suo tempo, ritenendo che i coinvolti a vario titolo nel procedimento avessero in qualche maniera spalleggiato la presunta associazione mafiosa delineata con l’operazione “The old”, in cui trentadue persone furono incriminate perchè ritenute appartenenti a un’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico, alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, al porto e alla detenzione di armi ed esplosivi, operante nella provincia jonica, l’accusa pubblica aveva richiesto il rinvio a giudizio.
 
Fra i coinvolti figurava soprattutto Francesco Locorotondo sul quale incombeva l’accusa di aver promosso il presunto sodalizio con la dote di “medaglione con catena”, massimo livello nell’ambito dell’associazione mafiosa “Sacra Corona Unita”.
Proprio Locorotondo, attraverso la estensione del medesimo procedimento denominato appunto “The old 2”, era stato nuovamente incriminato insieme con Salvatore D’Ettorre, detto “Totore”, lizzanese di 46 anni.
Questa costola di procedimento aveva fatto registrare pure l’incriminazione, a vario titolo, di altri cinque soggetti che al varco dell’udienza preliminare avevano chiesto il giudizio abbreviato. Gli imputati principali, invece, aveva optato per l’ordinario.
In fase di requisitoria orale, il pubblico ministero inquirente dottor Alessio Coccioli aveva chiesto otto anni di reclusione a carico di Vincenzo Caldararo (difeso dall’avvocato Egidio Albanese); sei anni e otto mesi ciascuno li aveva invocati nei confronti di Ettore Caroli e di Antonio Locorotondo (assistiti dall’avvocato Franz Pesare), per la presunta appartenenza al gruppo mafioso capeggiato dal boss Francesco Locorotondo, rispetto al quale Caroli e Locorotondo sono rispettivamente genero e figlio.

Infine, sei mesi di reclusione erano stati invocati nei confronti di Michele Montemurro (difeso dall’avvocato Gaetano Vitale) e Salvatore Pedone (difeso dagli avvocati Giuseppe Corleto e Pasquale Corleto).
Ieri, all’esito degli interventi del collegio di difesa, che ha contestato le conclusioni accusatorie ed ha sostenuto l’insussistenza della tesi dell’accusa pubblica, il dottor Toriello ha assolto tutti gli imputati dai reati ascritti, a cominciare da quelli di aver preso parte all’associazione di stampo mafioso contestato nel procedimento madre. Il gup ha invece ritenuto provato il reato nella condotta ascritta al Pedone, condannato a sei mesi di reclusione.

Nel gennaio dell’anno prossimo, sarà il tribunale di Taranto, seconda sezione penale, ad occuparsi delle posizioni di Locorotondo e D’Ettorre che a suo tempo, appunto, avevano scelto la definizione con il rito ordinario ed erano stati rinviati a giudizio. 
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