Lonoce sarà presidente, scavalcato Sebastio. Azzaro capogruppo Pd

Lonoce sarà presidente, scavalcato Sebastio. Azzaro capogruppo Pd
di Michele MONTEMURRO
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Sabato 29 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:01
In assenza di una candidatura unitaria alla presidenza del Consiglio comunale, il Partito democratico proporrà all’unanimità quella del consigliere più suffragato in assoluto: Lucio Lonoce. E Gianni Azzaro, con l’elezione di Lonoce a presidente, sarà indicato per continuare ad esercitare il ruolo di capogruppo consiliare.
È quanto stato deciso dai democratici nella riunione di ieri pomeriggio, alla quale ha partecipato anche il gruppo consiliare. Il Pd, dunque, trova la quadratura del cerchio ai danni, però, dell’ex procuratore Franco Sebastio.
Intanto il sindaco Melucci ha convocato per oggi pomeriggio alle 17 a Palazzo di Città una riunione di maggioranza, probabilmente per definire l’esecutivo, considerato che le 24 ore che si era dato sono oramai abbondantemente scadute, e per ritrovare armonia con la sua coalizione dopo le fibrillazioni nate dopo il varo della giunta comunale, seppur non definita. Nonostante il primo cittadino abbia cambiato atteggiamento nelle ultime 48 ore e iniziato a rispondere al telefono ai suoi consiglieri, a differenza di quanto accadeva con alcuni che hanno anche palesato questo disagio, le posizioni in campo non cambiano: come quella del secondo più votato del Pd, Vincenzo Di Gregorio, che ha annunciato di passare all’opposizione, e dei quattro consiglieri che fanno riferimento a Piero Bitetti (Mele, Lupo e Cataldino gli altri). Bitetti nei giorni scorsi ha chiesto l’azzeramento della giunta, ma non è stato il solo. Tuttavia oggi sarà una giornata importante per comprendere se il primo cittadino vorrà adottare aperture nei confronti dei suoi alleati oppure andare avanti per la sua strada come ha fatto sino ad ora relativamente alla formazione dell’esecutivo. 
I componenti della giunta già nominati sono sette, l’ultimo dei quali è l’avvocato Francesca Viggiano, eletta nella lista del Pd ma costretta a dimettersi da consigliere per diventare assessore all’Emergenza abitativa e al Patrimonio: a surrogarla nell’assise è il primo dei non eletti, l’ex consigliere comunale e provinciale e già presidente della circoscrizione Paolo VI Gaetano Blè.
 
La nomina della Viggiano non è stata ancora ufficializzata da Palazzo di Città ma è certo, come già anticipato ieri, che abbia firmato l’accettazione dell’incarico giovedì.
Gli altri sei assessori nominati in precedenza dal sindaco sono l’export manager Valentina Tilgher (Sviluppo economico e marketing territoriale), l’advisor di Deloitte per i fondi comunitari europei Massimiliano Motolese (Fondi strategici, società partecipate e innovazione), il project manager barese Aurelio Di Paola (Lavori pubblici), l’avvocato amministrativista barese Rocco De Franchi (Ambiente e Salute), l’ex segretario generale del Comune di Tarano Anna Maria Franchitto (Affari Generali e Risorse Umane) e l’architetto Sergio Scarcia (Urbanistica e Mobilità). 
All’appello mancherebbero due assessori, di cui uno donna e l’altro probabilmente in quota al Pd. La “quota rosa” Melucci potrebbe pescarla dal Psi, nominando la prima degli eletti Patrizia Mignolo, ma è un’ipotesi. L’altra idea è quella di nominare un altro esponente del Pd, dopo la Viggiano, “pescando” dalla lista.
I più suffragati del partito non hanno offerto la loro disponibilità per ricoprire il ruolo di assessore perché non si fidano del sindaco e temono che li possa estromettere da un momento all’altro dalla giunta, nel qual caso, eventualmente, perderebbero l’opportunità di rientrare in Consiglio comunale: perché per fare l’assessore ogni consigliere si dovrebbe dimettere dall’assise.
Il sindaco Rinaldo Melucci, intanto, smentisce di aver ipotizzato le sue dimissioni nel corso di una riunione di maggioranza nel caso in cui Sebastio non fosse stato eletto presidente del Consiglio comunale. Proprio dopodomani mattina alle 9 si terrà la prima seduta del nuovo corso dell’assise cittadina. E il primo banco di prova sarà proprio l’elezione del presidente del Consiglio comunale, anche se in casa Pd le acque non sono più agitate come qualche giorno fa.
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