Emergenza legalità: il Comune chiama le forze dell’ordine

Emergenza legalità: il Comune chiama le forze dell’ordine
di Mario DILIBERTO
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Mercoledì 9 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:32
«Per rilanciare Taranto occorre vincere una vera e propria sfida culturale. Come è già avvenuto con successo in altre città del Meridione». Il vicesindaco Rocco De Franchi parla così dell’emergenza legalità a Taranto. Un declino rappresentato da parcheggiatori e commercianti abusivi, ma anche da comportamenti diffusi quanto fuori dalle regole come l’abitudine di andare in scooter senza casco o in auto senza cintura di sicurezza o parlando al cellulare. Un disastro che si è acuito proprio in estate. Con bivacchi sulle spiagge, viabilità in tilt e ambulanti, specialmente di cozze, che spuntano come funghi ad ogni angolo. «Il discorso dell’abusivismo - dice il vice sindaco - va affrontato sotto diversi aspetti. E uno di questi è certamente quello della repressione. Questa amministrazione è per la legalità senza sconti. Una linea che si intende portare avanti anche mostrando i muscoli. Ma è chiaro che in questo il Comune non può restare solo. Così come soli non possono rimanere i vigili urbani. Serve un coordinamento delle forze dell’ordine, guidato dalla Prefettura. Un’azione sinergica che consenta di sradicare forme di illegalità ataviche. Moltiplicate da dosi di eccessiva di tolleranza».
Insomma la giunta Melucci promette battaglia ai troppi incivili che spingono nel degrado il capoluogo, con picchi inaccettabili in alcune zone della città. Ma non c’è solo repressione nelle parole del vicesindaco.
 
«Non sempre, ma spessissimo - spiega De Franchi - questi comportamenti sono figli della necessità. Dietro un commerciante o un parcheggiatore abusivo non di rado c’è una persona che vive una condizione di difficoltà economica. Il pugno di ferro, quindi, da solo può bastare sino ad un certo punto. Ritengo - continua il vice del sindaco Melucci - che si debba seminare nel terreno delle possibilità e delle occasioni da dare alla gente. Di fondo a nessuno può piacere vivere in una realtà degradata. Quindi occorre pigiare proprio sull’acceleratore dello sviluppo e del lavoro. Noi faremo la nostra parte. Mi rendo conto che certe immagini viste sui giornali, e non solo, raccontano situazioni sconfortanti, ma è proprio su queste criticità che occorre intervenire. Lo ripeto per noi si tratta di vincere una sfida culturale. Non abbiamo la bacchetta magica, ma intendiamo mettere sul piatto della bilancia volontà e competenze. Ci piacerebbe avere la bacchetta magica per far svanire le troppe cose che non vanno. Una alla volta, però, affronteremo tutto con determinazione». 
Per De Franchi, quindi, prima ancora dell’inciviltà da battere c’è da sconfiggere un altro nemico silenzioso che si aggira tra le strade della città che si sviluppa sui due mari. Ed è quello della disillusione che sembra aver attanagliato molti tarantini. «Credo - conclude il vice sindaco - che il quadro non sia roseo, ma con forza ritengo che si possa uscire da questo pantano ricorrendo a percorsi educativi con i quali ricostruire il senso di appartenenza e il rispetto per la comunità e soprattutto per se stessi. Il primo nemico da battere, per come la vedo io, resta la disillusione che respiro in città. Come amministratori, invece, lanciamo un messaggio di speranza. E lo inviamo alla maggioranza dei tarantini perbene. Con il loro appoggio si possono sconfiggere i pochi incivili».
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