Il poliziotto, il tumore e l’abbraccio che riconcilia

Il poliziotto, il tumore e l’abbraccio che riconcilia
di Alessandra LUPO
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Domenica 31 Luglio 2016, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 20:24

C’è una storia emblematica dietro la foto dell’abbraccio tra una mamma manifestante e un poliziotto tarantino, che ha interrotto per alcuni lunghi istanti la tensione delle proteste scoppiate venerdì durante la visita di Matteo Renzi a Taranto. La foto, che ha commosso l’intera Italia, parlava di vicinanza tra persone che pur trovandosi su fronti opposti si scoprivano accomunate da qualcosa di più profondo.

Parlava della realtà di tutti giorni in una città dove sotto la divisa e i cartelli si respira la stessa aria.
Elena, la donna della foto, era infatti al sit-in organizzato da Slai-Cobas e da varie associazioni ambientaliste che si battono per la salute dei tarantini cui hanno preso parte anche i parenti di persone ammalate o morte a causa dell'inquinamento. Era stata proprio lei a postare su Facebook la foto dell'abbraccio (scattata da Michele Piscitelli) accompagnata da una frase emozionante: “Io lo so che siete anche voi con noi, lo so. Perché siete padri, fratelli, siete come gli operai dell'Ilva: portate il pane a casa. Poveri cristi, come noi". Ma la risposta all'abbraccio da parte del poliziotto, a quanto pare, non è stata solo un attimo di vicinanza emotiva.

La donna, infatti, portava al collo il cartello più significativo per i tarantini, quello con l'hashtag “#siamotutti048”, dove 048 è il codice di esenzione Asl per i malati oncologici. Ed è stato proprio questo particolare a quanto pare a commuovere l'uomo. Sulla pagina Facebook “Agente Lisa”, gestita dalla Polizia, è infatti comparsa ieri la testimonianza di un altro dei poliziotti presenti al sit-in. «Anche il mio collega, un vicesoprintendente del Reparto mobile di Taranto, è uscito da questa terribile esperienza – racconta l'agente - e mi ha detto: “Quando ho letto quel cartello ho provato un colpo al cuore, in un attimo ho ripercorso quei momenti brutti e mi sono commosso. Non sono riuscito a trattenere le lacrime sotto il casco, la signora deve aver intuito qualcosa e mi ha abbracciato. Oggi mi sento un miracolato - ha continuato il mio collega - e fortunato per aver avuto sempre tanti colleghi che mi sono stati vicino”.
La donna della foto ha un figlio di 29 anni in chemioterapia. «Io non contestavo il MarTa, perché da tarantina ne sono stata sempre orgogliosa - ha raccontato ai giornalisti -. Ma avrei voluto vedere Renzi inaugurare un reparto di oncoematologia pediatrica, che qui manca, o un centro di eccellenza medica».
 

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