La vendita dell’Ilva entro la fine dell’anno. Il dossier s’infiamma

La vendita dell’Ilva entro la fine dell’anno. Il dossier s’infiamma
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Martedì 6 Dicembre 2016, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 14:25
È stata una delle partite più combattute nella diatriba politica a livello nazionale. E i mutamenti delle ultime ore chissà se e come avranno incidenza sulla macrovertenza dell’Ilva. 
Gli scossoni del post referendum hanno un’eco ancor più forte nel capoluogo jonico dove è in corso la procedura per la cessione o l’affitto degli impianti siderurgici. Non solo, perché esiste anche un tavolo interistituzionale denominato Cis - Contratto istituzionale di sviluppo - presieduto dal governo. Facile capire che ogni mutamento a Roma potrebbe avere conseguenze a Taranto per l’altissima posta in palio. 
Anche ieri c’è stata una puntata della polemica a distanza Renzi-Emiliano: il presidente della Regione ha rincarato sull’esito del referendum e un passaggio del suo post su Facebook non ha tralasciato la questione.
L’esistente fotografa una procedura per Ilva in pieno corso. A giorni ci dovrebbe essere la decisione sui piani ambientali delle due cordate in gioco. La deadline fornita dal ministero dell’Ambiente - a esprimersi fu direttamente il ministro Gian Luca Galletti - aveva annunciato il 13 novembre scorso come termine per la valutazione dei tre esperti. Finora non sono state ufficializzate novità. Forse anche per gli impegni del Governo per la campagna referendaria. 
 
In una recente visita a Taranto, il viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, si era limitata ad affermare che si trattava ormai di aspettare pochi giorni.
Si tratta di un passaggio fondamentale per il prosieguo della trattativa con le due cordate: da una parte AcciaiItalia spa, la newco costituita da Cdp Equity (controllata al 77,7% da Cassa depositi e prestiti), la DelFin di Leonardo Del Vecchio, Acciaieria Arvedi di Giovanni Arvedi e il colosso indiano Jindal. Dall’altra, Am Investco Italy composta da ArcelorMittal e Marcegaglia.

La ratio del provvedimento, secondo la tesi governativa, risiede nell’esigenza di evitare l’aggiudicazione a un offerente senza prima aver vagliato la qualità dei diversi piani ambientali. Il passaggio successivo riguarderà le offerte economiche “associate ai piani ambientali considerati ammissibili”. Tale valutazione sarà compiuta anche con l’ausilio di un perito indipendente che confermi la congruità di mercato delle offerte. Si procederà quindi all’aggiudicazione e all’adozione del piano ambientale definitivo.
È bene ricordare che, al netto di qualsiasi cambiamento di poltrone a Palazzo Chigi, c’è una legge già approvata che disciplina la procedura: la numero 151 del primo agosto 2016 che ha convertito il decreto Legge numero 98 del nove giugno 2016.

Il percorso incanalato ipotizzava quindi un traguardo per fine anno o per l’inizio del 2017. Enrico Laghi, uno dei tre commissari straordinari dell’Ilva, un mese fa durante la tavola rotonda “Bilanci d’Acciaio” a Milano, confermò la tempistica relativa all’individuazione della cordata migliore per rilevare l’Ilva di Taranto. 
«Entro fine anno, o al massimo entro metà gennaio, individueremo l’offerta migliore - ha spiegato Laghi - poi entro metà 2017 al termine della negoziazione in esclusiva si completerà il processo di cessione delle attività, con il trasferimento degli asset».

Detto di una Legge già in vigore, da parte dei sindacati c’è oggettiva preoccupazione per quel che sarà. Perché è chiaro che il cambio di interlocutori potrebbe comunque avere delle ripercussioni. Anche, per esempio, per le prossime scadenze che riguardano il Cis.
Il 12 dicembre è previsto un nuovo tavolo a Taranto. A presiederlo, come sempre, è annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Ci sarà? Sarà un altro a condurre le fila con l’ipotetico nuovo governo o comunque si sceglierà la continuità per una questione di opportunità? 
Ancora più imminente un altro appuntamento. Domani sarà presentato lo studio sul biomonitoraggio e sulla tossicità degli inquinanti a Taranto. Il convegno è all’Istituto Superiore di Sanità, in viale Regina Elena a Roma e dovrebbe intervenire anche il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. A meno di ultimissime novità.
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