Ilva, sindacati in Belgio. Due giorni nella fabbrica e poi si torna a trattare

Ilva, sindacati in Belgio. Due giorni nella fabbrica e poi si torna a trattare
di Tiziana FABBIANO
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:30
La vertenza su Ilva riparte dal Belgio. Esattamente da Gand. Qui, ArcelorMittal, acquirente del gruppo siderurgico, possiede il suo stabilimento che considera il più simile a quello di Taranto. Entrambi costruiti negli anni Sessanta, entrambi a ciclo integrale. Il primo è ripartito, dopo la cessione, e oggi è specializzato nella produzione di alta gamma, acciaio soprattutto rivolto al mercato dell’auto. Il modello Gand è quello che l’impresa vorrebbe “esportare a Taranto” ed è per questo che i vertici di Mittal, oggi e domani, illustreranno le caratteristiche di questi impianti a una delegazione dei sindacati metalmeccanici. Il gruppo siderurgico, alla guida col suo 85% di Am Investco, la nuova società che a giugno ha vinto la gara per l’aggiudicazione dell’Ilva dall’amministrazione straordinaria, mostrerà lo stabilimento belga ai rappresentanti di Fim-Fiom e Uilm. 
A Gand, tra l’altro, si sperimentano le nuove tecnologie per la cattura del carbonio che Mittal vuole mettere in pratica anche a Taranto allo scopo di abbattere le emissioni inquinanti. Lo stabilimento, per l’area a caldo, inoltre, presenta tecnologie all’avanguardia anche per l’impatto degli altoforni e punta sulla finitura (cioè sugli impianti a freddo) per realizzare il valore aggiunto di un acciaio di qualità. 
Dopo la due giorni, una full immmersion sul modo di lavorare di ArcelorMittal in Belgio, il confronto sull’Ilva tra sindacati e Am Investco tornerà a farsi caldo in Italia. Già fissati i prossimi incontri al Ministero dello Sviluppo Economico, dove all’indomani dalla visita a Gand, si terrà un incontro sullo stabilimento Ilva di Genova-Cornigliano. L’incontro mirato sulla fabbrica ligure, dove ormai è rimasta soltanto l’area a freddo, si svolgerà mercoledì. Di Taranto, e solo su Taranto, si tornerà a parlare al Mise entro fine mese, il 25 e il 26 gennaio prossimi. Salvo che non ci siano ulteriori slittamenti.
La trattativa sindacale è praticamente ancora ferma. Dalla prossima settimana si inizieranno ad affrontare le tematiche relative ai lavoratori e agli investimenti industriali. Le garanzie che ArcelorMittal dovrà mettere sul tavolo della negoziazione, per convincere le organizzazioni sindacali a dare il loro via libera alla cessione di Ilva, dovranno essere occupazionali, industriali e ambientali. Il nodo esuberi, stabilimento per stabilimento, ancora non è stato affrontato se non a grandi linee. 
 
I sindacati chiedono garanzie sugli investimenti, annunciati pari complessivamente a 2,3 miliardi di euro ma soprattutto non accetteranno esuberi.
Nessun lavoratore deve perdere il lavoro, è quello che vogliono chiaramente ottenere i dipendenti di Ilva che hanno già incassato nei mesi scorsi l’apertura della trattativa sulla base di partenza delle attuali condizioni economiche e contrattuali per i lavoratori. Più ostico sarà il ragionamento sui numeri. Il Governo ha ottenuto già che, a cessione concluso, la riassunzione sia garantita da Mittal per almeno diecimila persone. Ma il Governo spera, con gli incontri singoli sugli stabilimenti di Genova e Taranto, di limare - al rialzo - questi numeri. I lavoratori esclusi dalle riassunzioni saranno comunque collocati nel segmento delle bonifiche e degli interventi ambientali, a carico dell’Amministrazione straordinario. Si potrebbero studiare infine forme di esodo incentivato, formule di prepensionamento o di mobilità volontaria interna in altre fabbriche del colosso ArcelorMittal. 
Risposte, tuttavia i sindacati le chiedono, non di meno, anche sul sugli aspetti ambientali. Garanzie di intervento contro l’inquinamento sono fondamentali non solo per i cittadini ma soprattutto per i lavoratori che dentro l’Ilva ogni giorno trascorrono almeno otto ore della loro vita. 
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