Una maiolica da record tra le più grandi al mondo

Una maiolica da record tra le più grandi al mondo
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Sabato 23 Luglio 2016, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 11:10
Può essere annoverata, nel suo genere, tra le più grandi sculture di maiolica realizzate fino ad oggi. Oltre tre quintali di peso, 200 grammi di oro, nove metri quadrati di superficie.
Questi i numeri delle dimensioni totali, mentre il “tondo”, in cui troneggia la Madonna di Fatima tra i santi evangelisti, è di 170 centimetri. L’opera, impreziosita da un mosaico bizantino, che ne esalta ancora di più la raffinatezza, è stata realizzata dallo scultore grottagliese Francesco Carbotti, 46 anni, che per questo “gioiello” ha già ricevuto l’apprezzamento delle alte sfere della Chiesa e dell’Ordine dei Gesuiti.
 
«Nei giorni scorsi ha voluto vedere l’opera sua Eccellenza Salvatore Ligorio, arcivescovo metropolita di Potenza, che è rimasto letteralmente estasiato e si è complimentato per la bellezza del manufatto», racconta l’autore, non nuovo a capolavori del genere, in quanto nella sua carriera ha avuto riconoscimenti importanti, tra cui, nel 2014, quello del comando delle Forze speciali della Polizia di Stato “Nocs”. Attualmente Carbotti, che è anche architetto specializzato in restauro e storia dell’architettura, si sta occupando dell’intervento conservativo della cupola del Santuario di san Francesco de Geronimo. Al suo esordio, nel 1995, donò al papa Giovanni Paolo II, incontrato in udienza, un Crocifisso in maiolica dal titolo “Dies irae” e nel 2013 ha ricevuto un encomio dalla Marina Militare, per il primo monumento italiano ai caduti dell’aviazione navale, inaugurato presso la base “Maristaeli-Marcello Arlotta”di Grottaglie, alla presenza del capo di Stato maggiore ammiraglio Giuseppe De Giorgi.

«La destinazione della scultura potrebbe riguardare il Vaticano oppure andare oltreoceano. È un compendio di varie tecniche artistiche: altorilievo, bassorilievo, mosaico bizantino ed intarsio a merletto. Il materiale utilizzato è il caranto, cotto a biscotto a 980° centigradi, ricoperto con gli smalti tipici della maiolica che, nel Rinascimento, realizzò Andrea Della Robbia. La seconda cottura, a 920° gradi centigradi, è avvenuta per la fusione degli smalti e la lucidatura a gran fuoco degli stessi. Infine, c’è stata la ricopertura con lustro metallico, oro e ricottura a piccolo fuoco, a 720° centigradi. Tutta l’opera è stata realizzata interamente a mano, inclusa la coda del pavone (simbolo di immortalità), costituita da ben 15 mila tessere».

Straordinario e suggestivo, il gioco di luci dello smalto, bianco e blu di piombo, tipico delle maioliche rinascimentali. L’opera, iniziata nel marzo del 2014, è stata completata in questi giorni. La Vergine ha in testa una corona d’oro, lavorata al tornio: con la destra porge il rosario ai fedeli, con la sinistra si tocca il petto, il suo cuore immacolato. Pregevole, la delicatezza del manto, che ha richiesto una particolare perizia tecnica per la sua realizzazione. Attorno alla Madonna, come una ghirlanda, sono stati collocati sedici cherubini. Alle quattro estremità, su una cornice cesellata in legno di faggio, con inserti di terracotta invetriata, sono stati posizionati i volti degli evangelisti, che fungono da borchie di ancoraggio.

«Il mio intento è quello di riportare in auge queste tipologie di opere, così come fecero i Della Robbia a cavallo del XV e XVI secolo, proponendo, insomma, una maiolica neo-rinascimentale. Colgo l’occasione per ringraziare Lorenzo Masiello e Nunzio Basile, che mi hanno messo a disposizione i loro forni per la realizzazione di questa pala d’altare».
 
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