Trentadue detenuti positivi al Covid. Settecento in tutto quelli stipati nelle celle del carcere di Taranto, su una capienza di trecento. E la beffa della nuova ala del penitenziario pronta per essere inaugurata e per alleviare un sovraffollamento inaccettabile, che resta chiusa per colpa della burocrazia. Viaggia da troppo tempo nell'alveo dell'emergenza la vita del carcere di Largo Magli, certificata da numeri da brividi e dal nuovo focolaio da coronavirus. Proprio l'allarme Covid ha dato la stura alla denuncia da parte del direttivo della Camera Penale di Taranto.
La nota
«Nella casa circondariale jonica - si legge nella nota firmata dal presidente, l'avvocato Gianluca Mongelli - ci sono circa 700 detenuti a fronte di una capienza di 300.
Appare, pertanto, necessario intervenire in tempi brevi per risolvere l'inammissibile e disumana condizione di sovraffollamento delle carceri, «nonché di riformare efficacemente il sistema delle misure alternative alla detenzione carceraria, abbandonando la visione carcerocentrica in favore di quella, costituzionalmente orientata, di personalizzazione dell'esecuzione penale. Per tale ragione - conclude l'avvocato Mongelli - il Direttivo della Camera Penale di Taranto chiede, in particolare, a tutti i Parlamentari Jonici di intervenire affinché la grave condizione della Casa Circondariale d possa trovare una adeguata soluzione in tempi brevissimi, restando a disposizione per fornire il proprio supporto. Si passi dalle parole ai fatti. Non si dimentichi che Il grado di civiltà di una Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri».