Degrado e inciviltà, parte la denuncia

Degrado e inciviltà, parte la denuncia
di Claudio FRASCELLA
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Lunedì 29 Agosto 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 12:56
«Taranto merita rispetto, amore e dedizione». È uno dei passaggi di un documento a firma di Gianluca Lomastro, presidente dell’’associazione “Made in Taranto”, rete d’imprese, negozi e professionalità del territorio. È uno sfogo, il suo, sostenuto da una serie di foto, raccolte in una passeggiata fra le strade del centro. Due passi, con amici appena giunti da Barcellona, che alla vista di un enorme potenziale, contaminato da scatti oggettivamente imbarazzanti, esclamano “Che peccato!”. Peccato, evidentemente, che la città non abbia le dovute attenzioni per un tesoro che sarebbe di inestimabile valore. Questo il senso della nota del presidente della “griffe” con delfino.

“Made in Taranto”, dunque, attiva sul territorio con numerose iniziative e interventi, stavolta interviene con il suo presidente. Punta l’indice sui disagi quotidiani davanti ai quali vengono a trovarsi residenti e turisti. L’associazione che raccoglie contributi di cittadini impegnati per una riqualificazione della città, lo fa con la consueta modalità, una documentazione con scritti e foto a corredo dell’intervento.
Lomastro, se non avesse dato sfogo al suo risentimento, pare di capire, con il documento chiuso con un “buonanotte”, evidentemente non avrebbe chiuso occhio. Fa i conti con la coscienza. Attacca con la sua riflessione. «Amo Taranto – racconta Lomastro – e fare due passi tra il Borgo umbertino e la Città vecchia; parcheggiato nei pressi di piazza Ebalia, comincia il disagio: “l'arlecchinata” di luci nella fontana Rosa dei venti, ma l’attenzione si sofferma sulle decine di auto parcheggiate, quasi a farsi beffa del segnale di divieto di sosta (con rimozione); proseguo con i miei amici: marciapiedi e muri sporchi, cestini colmi di spazzatura e moto con in sella tre persone senza casco che scorrazzano tra i bambini».

Passaggio obbligato, piazza Immacolata. Dunque via D’Aquino, cuore del Borgo, biglietto da visita di una città che vuole fabbricarsi una coscienza a vocazione turistica. «Ma che dire degli abusivi – riprende il presidente di “Made in Taranto” – di luci spente, marciapiedi e pavimentazioni, il tutto rattoppato o, comunque, semidistrutto». Continua così, nella sua riflessione, il massimo rappresentante dell’associazione “Made in Taranto”. «Ho chiamato polizia e carabinieri – scrive – intervenuti subito; a pochi mesi dalle elezioni, sembra che il bene di questa città non interessi nemmeno a coloro che promettono di governarla; silenzio assoluto nell’indifferenza più totale da parte di miei concittadini che si rifiutano di denunciare questo stato di cose».
Taranto merita rispetto, amore e dedizione. «Nelle prossime settimane – l’impegno di Gianluca Lomastro – proverò a unire le tante associazioni tarantine che si stanno distinguendo per il loro attivismo. E' con queste realtà che voglio provare a ricostruire questa città».
 
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