Elena Modio in pole position, ma i fermenti non si placano

Elena Modio in pole position, ma i fermenti non si placano
di Michele MONTEMURRO
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:48
Maggioranza in subbuglio però il sindaco temporeggia e non molla e si appresta a nominare altri due assessori: la più sicura sembrerebbe Elena Modio, operatrice sociale, alla Cultura, mentre ci potrebbe essere posto per un solo esponente del Pd alle Politiche sociali. Le nomine sarebbero dovute essere firmate già ieri ma qualcosa ha scosso il primo cittadino tra il monito del deputato Michele Pelillo e una riunione slittata a causa di alcune assenze tra consiglieri di maggioranza “malpancisti”. Pelillo proprio dalle colonne di “Quotidiano” ha ribadito al sindaco la fiducia del Pd ma allo stesso tempo, registrando forti malumori all’interno del partito, ha auspicato alcuni accorgimenti rispetto alle scelte inerenti al varo della giunta comunale. Così come si sarebbe dovuta tenere ieri sera una riunione abbastanza riservata, ma non troppo considerati gli invitati, tra alcuni consiglieri di maggioranza non particolarmente entusiasti delle scelte del sindaco, solo per usare un eufemismo. Sta di fatto che la riunione è saltata e il primo cittadino, almeno ieri, non ha ufficializzato le due nomine. Può darsi anche che la scelta sia stata determinata dalla volontà di una consigliera comunale del Pd di non voler entrare in giunta, scelta che avrebbe modificato i piani di Melucci. 
Nei giorni scorsi il secondo più votato del Pd, Vincenzo Di Gregorio, si è sfogato sui social network non condividendo l’azione del primo cittadino, che non gli risponderebbe al telefono dalla sua elezione.
 
Intanto il consigliere più suffragato in assoluto, Lucio Lonoce (Pd), rilancia la sua candidatura alla presidenza del Consiglio comunale: «Ribadisco la mia piena fiducia al sindaco e mantengo ferma la mia posizione di candidarmi alla presidenza del Consiglio comunale».
Postazione, quella dello scranno più alto dell’assise cittadina, che in un’infuocata riunione di maggioranza il sindaco voleva riservare all’ex procuratore capo Franco Sebastio, tanto che lo stesso Melucci lanciò un aut aut ai suoi: «Se non votate Sebastio mi dimetto». Facile magari a dirsi ma difficile a farsi, considerato che se la composizione della giunta è prerogativa del primo cittadino, l’elezione del presidente del Consiglio comunale spetta esclusivamente ai consiglieri, che invece non sarebbero stati affatto ascoltati per la realizzazione dell’esecutivo.
Il sindaco, dunque, continua nel suo silenzio, relegando solo a qualche comunicato stampa il suo verbo, ad eccezione di qualche tweet e ritweet, utilizzati nei giorni scorsi per lanciare qualche stoccata alla maggioranza. 
Ad osservare le ultime scelte del capo dell’amministrazione comunale ci sono anche gli altri partiti e liste di maggioranza. Il gruppo dell’ex candidato sindaco Piero Bitetti è quello che dopo il Pd vanta il numero più grande di consiglieri, ben quattro, anche se in questo caso Melucci aveva proposto proprio a Bitetti un posto in giunta, che quest’ultimo ha rifiutato perché decadrebbe subito da consigliere provinciale e sarebbe incompatibile se tra un anno fosse ripescato in Consiglio regionale in quanto primo dei non eletti nelle fila del Pd. I nomi, poi, che Bitetti avrebbe indicato al suo posto non sarebbero stati di gradimento del sindaco che, a differenza degli altri, per Bitetti non avrebbe considerato la discontinuità col passato, essendo stato il presidente del Consiglio comunale uscente e assessore comunale nella prima Giunta Stefàno. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA