Schiaffo ai rioni inquinati: chiude il pronto soccorso del “Moscati”

Schiaffo ai rioni inquinati: chiude il pronto soccorso del “Moscati”
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 26 Giugno 2016, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 17:29

Un’altra riconversione. Questa volta l’accezione è negativa ed è l’altra faccia della medaglia denunciata dai “Liberi e Pensanti”: la riconversione ospedaliera del piano sanitario, per il comitato dell’apecar, è l’ennesimo schiaffo a una città malata.
La denuncia parte dal luogo simbolo di questa protesta, l’ospedale “Moscati” a Paolo VI. Lì iniziò la battaglia del comitato per richiedere più personale medico e migliori condizioni per i malati, lì c’è stato l’incontro con i vertici dell’Asl per ragionare su questo riordino sanitario che scontenta in tanti.

La Regione Puglia, adeguandosi alla normativa nazionale, ha deciso di trasformare gli attuali ambulatori in Punto di Primo Intervento, strutture a metà tra una guardia medica e un Pronto Soccorso.
 
Al Moscati di Taranto, un medico e sei infermieri presteranno servizio presso il nuovo Punto di Primo Intervento mentre il personale restante andrà a potenziare il Pronto Soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata.
Stessa cosa accadrà per il Pronto Soccorso di Grottaglie dove sei infermieri verranno assegnati alla gestione del 118.  Le rimanenti risorse, come nel caso del Moscati, verranno accorpate al personale del Pronto Soccorso centrale (SS. Annunziata).

 
«Un depotenziamento che penalizzerà i residenti del quartiere Paolo VI, Statte, Montemesola e Crispiano - ha introdotto la conferenza Nicola Sammali, uno dei referenti della struttura comunicazione del comitato - non potranno ricevere interventi di emergenza/urgenza oltre le specialità esistenti presso la struttura».
Come si denuncia nel volantino, in situazioni di criticità, chi avrà necessità di cure oculistiche, oncologiche, geriatriche, malattie infettive, ematologiche e di otorinolaringoiatria potrà avere le adeguate consulenze presso l’Ospedale Nord. Tutti gli altri pazienti, invece, “dovranno rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso del SS. Annunziata e i cambiamenti non finiscono qui, perché a breve assisteremo anche al trasferimento della degenza cardiologica presso la Cardiologia del SS. Annunziata”.
«Parlo da malata oncologica: questa è casa mia perché ci sono medici che lottano per noi - è stata la testimonianza di Rita Corvace - Quando poi si parla di depotenziamento c’è uno sconforto. Ci sarà un problema generale, arriveremo al collasso. Mi rivolgo direttamente al governatore Emiliano, è l’unico che ci può ascoltare: Taranto vuol dire malattia. Taranto ha bisogno di un’organizzazione eccellente».
«L’obiettivo di questa riorganizzazione non è quello di risparmiare soldi ma utilizzare al meglio il personale sanitario e rendere le strutture ospedaliere più efficienti». Così il presidente Michele Emiliano presentò la delibera sul riordino ospedaliero.
Secondo il comitato, a Taranto il problema non è l’organizzazione delle risorse umane ma la mancanza delle stesse. I medici sono pochi e le strutture non efficienti per affrontare l’emergenza sanitaria che diventa sempre più trasversale ed endemica a causa dell’inquinamento.
«Da vent’anni questo territorio avrebbe dovuto ricevere attenzione maggiore - ha dichiarato Virginia Rondinelli - Lo stesso Gorgoni (Coordinatore del Dipartimento Promozione della Salute, del Benessere sociale ndc) a febbraio disse che avrebbe interpellato il ministero per un trattamento di favore.
Ben venga il nuovo ospedale ma non è possibile distruggere l’esistente. Emiliano fa proclami e si dice pronto ad impugnare il decimo decreto Ilva per tutelare la salute dei bambini di Taranto. Noi, intorno al paziente, vediamo desolazione».

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