«Sebastio candidato? Prima dei nomi serve un progetto»

«Sebastio candidato? Prima dei nomi serve un progetto»
4 Minuti di Lettura
Martedì 25 Ottobre 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 17:02

L’ex procuratore Franco Sebastio ha lanciato il sasso nello stagno. Dopo settimane, mesi, in cui si erano rincorse voci sulla sua possibile candidatura, le parole del magistrato in quiescenza hanno fatto chiarezza definitiva circa le sue intenzioni. Sebastio è seriamente intenzionato a scendere in campo per correre da sindaco ma, ovviamente, pone dei paletti che riguardano non solo il programma ma anche la squadra. Persone serie, progetto serio: a queste condizioni la sua candidatura per Palazzo di Città sarebbe una certezza.
Come era facile immaginare, l’intervista rilasciata ieri a Quotidiano ha destato grande interesse se non altro perché rappresenta il primo passo in qualche modo ufficiale in chiave elettorale. Ed è anche la prima opzione, direttamente confermata, del tutto estranea alle ipotesi che si erano fatte fino a ieri, tutte arrivate dall’ambiente politico, dei partiti, con nomi già coinvolti nelle istituzioni, tra Palazzo di Città e Palazzo del Governo.
 
L’intervista a Sebastio, di conseguenza, introduce nuove dinamiche nel chiacchiericcio preelettorale e si presta ad una serie di valutazioni anzitutto tra gli addetti ai lavori. Uno di questi è senza dubbio il consigliere regionale Gianni Liviano che con la sua associazione, Le Città che vogliamo, è stato tra i primi a mettere in campo un progetto definito in vista del voto.
«La candidatura di Sebastio? - attacca Liviano - Si tratta certamente di un nome importante e una persona di livello, su questo non ci sono dubbi. Io considero Sebastio, per quello che ha fatto nella sua vita, una risorsa importante per la città, molto più di altri nomi che sono venuti fuori in queste settimane. Però non è questo il punto, il punto è come si vuole impostare il percorso».

Liviano chiarisce: «Il nome del candidato sindaco è solo l’ultimo atto, coerente, di un cammino che non può partire dal terminale. Io l’ho detto e lo ribadisco: fatta qualche eccezione, noi siamo pronti a confrontarci con tutti su un’idea di città, di sviluppo, di rilancio. Una volta chiariti questi punti fondamentali e messe insieme persone che ci credono, allora si può arrivare alla scelta del candidato. Non viceversa. La storia ci insegna che avere la certezza di vincere, e poi riuscirci effettivamente con un nome “forte”, non vuol dire poi fare il bene della città, governarla come i cittadini si aspettano e meritano. I tarantini hanno imparato sulla propria pelle che questo è un metodo sbagliato: io voglio evitare che accada ancora. Quanto a Sebastio, è anche importante che ci sia disponibilità al confronto, cosa che finora non è accaduta, a prescindere dalla candidatura».

Di elezioni ha parlato ieri sera anche il segretario e consigliere regionale del partito Marco Lacarra: «Sono dell’avviso che dobbiamo avviare un processo inclusivo, un processo che, però, guardi alla proposta, al programma, all’idea che abbiamo di Taranto, con una figura, come candidato sindaco, che in qualche modo come possa rispondere alle istanze di novità e di freschezza che la comunità chiede.

Servono volti che siano in grado di generare entusiasmo. Prima di tutto dobbiamo sederci intorno ad un tavolo per dire quale progetto di città abbiamo. Se noi non facciamo questo tutte le ipotesi di accordo saltano. A me fa piacere che il collega Perrini si sia espresso in tal senso. Naturalmente, però, dobbiamo valutare se abbiamo uniformità di intenti per la città e se possiamo condividerne il progetto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA