I dipendenti in sciopero, ma Bricocenter è aperto

I dipendenti in sciopero, ma Bricocenter è aperto
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 4 Dicembre 2016, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 15:26
“Natale alle porte…e anche noi”, “17 anni di Bricocenter pieni di promesse, illusioni e falsità…e adesso 21 famiglie che fine faranno?”. 
Sono alcuni dei cartelli che campeggiavano ieri dinanzi alle porte del punto vendita Bricocenter di Taranto: lo sciopero con sit-in è iniziato alle 9 e terminato alle 21. Per tutta la giornata lavorativa, i dipendenti hanno incrociato le braccia anche se lo store jonico è rimasto aperto. L’azienda, infatti, si era premunita per tempo facendo venire nel capoluogo jonico alcuni dipendenti da altre sedi. 
 
Il paradosso appunto era proprio questo: la scritta “Benvenuti” e le porte automatiche di Bricocenter regolarmente aperte e a pochi metri la protesta dei lavoratori disperati. Ed esasperati. Con loro c’erano i segretari provinciali di Fisascat Cisl (Antonio Arcadio), Filcams Cgil (Giovanni D’Arcangelo) e Uiltucs Uil (Sergio Notorio). «C’è stato disprezzo dei lavoratori con questa scelta di tenere aperto lo store» ha attaccato Arcadio. «Un atteggiamento cinico da parte dell’azienda» ha commentato D’Arcangelo che ha sottolineato l’attesa di una convocazione della task force regionale sulle crisi aziendali. Un tavolo che diventa fondamentale per i tempi strettissimi anche secondo la valutazione di Notorio.
Ormai sembrano non esserci vie d’uscita. I lavoratori devono decidere la propria sorte entro il 15 gennaio sulla base di una proposta della multinazionale: trasferimenti in altre sedi, dalla Toscana alla Sicilia. Lucca, Firenze, Ragusa o varie città sparse in tutta Italia perché di certo c’è che Taranto chiude.

Non ci sono margini per far restare la multinazionale del bricolage nel capoluogo jonico. Anzi, ormai è disdetto anche il contratto di locazione degli spazi gestiti da Gallerie Commerciali Auchan. Bricocenter è rimasta ferma sulle proprie decisioni. Troppo gravi le perdite ormai stabilizzate da quattro anni per un valore di 2 milioni di euro, solo per il 2016 si stima un segno negativo di 400 mila euro.
Il marchio Bricocenter è parte di un gruppo tra i più importanti al mondo. Adeo si articola in quattro settori di attività diversi e complementari nell’universo casa: multispecialisti, insegne-decorazioni, insegne di prossimità e magazzini tecnici ingrosso e dettaglio. I negozi sono dislocati in qualsiasi parte del pianeta, dal Brasile alla Cina passando per l’Italia, la Francia e la Russia. Conta 93 mila collaboratori in dodici paesi, 810 mila clienti serviti ogni giorno, quindici insegne, 32 imprese autonome, 384 negozi in franchising e 638 negozi integrati.

I sindacati avevano proposto di restare sul territorio con un marchio più confacente al mercato seguendo il modello di Coin con il passaggio a Oviesse. Niente da fare. Si era prospettata la possibilità di una diversa organizzazione del lavoro e dei turni ma neanche questa idea è stata ritenuta accettabile. 
Intanto, si attende una risposta dalla task force regionale sul Lavoro e sulle crisi aziendali coordinata da Leo Caroli. Lunedì scorso già erano stati avviati contatti con l’ex assessore regionale al Lavoro: l’obiettivo è di istituire un tavolo di confronto a cui possa partecipare anche Gallerie Commerciali Auchan. Quest’ultima, titolare degli spazi dell’ipermercato che sarà ulteriormente ingrandito del 20%, potrebbe fare da garante per facilitare una trattativa per la ricollocazione dei lavoratori con chi subentrerà a Bricocenter in quei 3mila metri quadrati di spazi.
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