Sabrina Misseri, nuovo ricorso: «Concedetemi di essere utile agli altri»

Sabrina Misseri, nuovo ricorso: «Concedetemi di essere utile agli altri»
di Lino CAMPICELLI
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 12:42
Un atto d’appello e una memoria difensiva per appellarsi ai giudici, in sintesi, affinchè non siano «impietosi con una persona che mostra desiderio di socializzazione e aiuto verso il prossimo». L’atto d’appello è quello discusso ieri dall’avvocato Nicola Marseglia, difensore di Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo (con sentenza confermata in secondo grado) insieme con la madre Cosima Serrano per l’omicidio della piccola Sarah Scazzi.

In tutti gli atti, sia quelli depositati all’esame del Tribunale sia quelli di cui è stata proposta sinossi in fase di discussione orale, l’avvocato Marseglia non ha pronunciato mai il termine “responsabile” nè quello “colpevole”.
In sostanza, ha evidenziato la difesa, la posizione di Sabrina Misseri, sul punto, è quella di un imputato su cui ancora non grava una sentenza definitiva passata in giudicato. Ergo, Sabrina Misseri è ancora da ritenere garantita dal principio della “presunzione di non colpevolezza” che è a fondamento dell’ordinamento giuridico nel nostro Paese.

Tradotto in soldoni, il ricorso proposto dall’avvocato Marseglia, che ha impugnato il “no” con cui la Corte d’assise d’appello ha respinto la richiesta di concedere a Sabrina i domiciliari in una struttura gestita da religiosi, convento o casa-famiglia che dir si voglia, ha fatto leva sulle sentenze della Corte di Cassazione in riferimento alla disciplina delle misure cautelari personali, ma anche sulle ragioni umanitarie che imporrebbero una diversa considerazione della posizione dell’imputata.

Per di più, dopo una sintetica ricostruzione delle motivazioni che hanno indotto l’Assise di secondo grado a respingere l’istanza e a ritenere congrua la misura della detenzione in carcere per Sabrina, l’avvocato Marseglia ha polemicamente rilevato come «non v’è chi non veda come la permanenza in carttcere di Sabrina Misseri sia, allo stato, determinata esclusivamente dalla severa condanna riportata; circostanza che, invece di esaurire la sua inequivoca valenza cautelare sul piano della gravità indiziaria, viene sistematicamente opposta anche a sostegno della inalterata permanenza delle esigenze cautelari, apparentemente integrata da motivazioni specifiche, ma invero più tautologiche ed euristicamente ispirate».

Sabrina Misseri, secondo la prospettazione difensiva, non può essere definita eternamente «socialmente pericolosa», in assenza di fatti che la “dipingano” come fonte permanente di pericolo per gli altri, nè può patire la sussistenza di esigenze cautelari da preservare in assenza di circostanze che impongano la necessità di tutelarle.
In pratica, secondo l’avvocato Marseglia, la detenzione in carcere di Sabrina è da considerare “forzata”.
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