Auto da vendere sparite: in quattro sotto processo

Auto da vendere sparite: in quattro sotto processo
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Martedì 24 Maggio 2016, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 10:58
In quattro a giudizio per il concorso in una serie di reati che sarebbe stata commessa per sottrarre alla disponibilità di un’azienda di Terlizzi (Bari) ben trentuno autoveicoli. In sostanza, secondo l’accusa pubblica e privata, una società che ha sede legale nel territorio di Pulsano avrebbe acquisito in conto vendita trentuno autoveicoli, per un valore complessivo di circa 150mila euro, destinati alla commercializzazione. In realtà, secondo quanto scaturito dagli accertamenti che un processo dovrà confermare, gli autoveicoli erano stati parzialmente trattenuti dalla struttura commerciale pulsanese oppure, per la gran parte, venduti a terzi ed esportati all’estero. In questi ultimi casi, secondo quanto peraltro lamentato dalla società che aveva messo a disposizione i mezzi e che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Claudio Petrone, tutti i veicoli sarebbero stati venduti attraverso la falsificazione di documenti di identità dell’originario proprietario, che ovviamente era all’oscuro delle operazioni effettuate.
Le false attestazioni sarebbero avvenute con il concorso di due agenzie automobilistiche che operano a Crispiano e a Pulsano, che hanno svolto i rispettivi compiti in qualità di addetti allo Sportello telematico dell’automobilista, previsto dal dpr 358/2000.
Come è noto, il decreto del presidente della Repubblica del settembre 2000, costitituisce un regolamento che ha introdotto norme per la semplificazione del procedimento relativo all'immatricolazione, ai passaggi di proprietà e alla reimmatricolazione degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi.
La procedura voluta per snellire i passaggi burocratici delle proprietà fra privati, però, è divenuta - come spesso contestato dagli esperti - un facile “strumento” per soggetti senza scrupoli che così possono avere vita facile nell’attivazione di procedure illecite.
Proprio queste procedura illecite sarebbero state attuate nel caso specifico, secondo la formulazione dell’accusa pubblica che ha contestato a carico di Angelo Alfarano di 45 anni, che aveva ricevuto le auto in conto vendita, di Donato Vinci di 54 e Italia Minardi di 55 (in qualità di delegato e titolare di agenzia automobilistica di Crispiano), e di Valentina Antonucci di 37 (titolare di agenzia automobilistica di Pulsano), i reati di concorso in falsità materiale, falsità ideologica e appropriazione indebita.

Nello specifico, l’avvocato Petrone ha chiesto risarcimenti per 250mila euro. La causa è fissata a partire da ottobre. Gli imputati (assistiti dagli avvocati Giuseppe Carella, Antonella Graziano e Fausto Soggia) hanno già preso le distanze da tutte le accuse.
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