Respinto un nuovo assalto, presidio fisso in via Plinio

Respinto un nuovo assalto, presidio fisso in via Plinio
di Mario DILIBERTO
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Domenica 19 Marzo 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 17:36
Il nuovo assalto è scattato poco prima delle 14. Quando le avanguardie di chi punta ad occupare lo stabile tra via Plinio e via Salinella si sono riaffacciate nella strada teatro di una inaccettabile battaglia, fatta di nervi e tensione. Donne e bambini sulla linea del fronte. Come da copione delle tante occupazioni alle quali si assiste inermi in città. Con uomini, ed eventuali masserizie, nelle retrovie. Contavano in un ammorbidimento della sorveglianza da parte delle forze dell’ordine. Invece Polizia e Carabinieri non hanno mollato un secondo il presidio di quel palazzo, al centro di una disputa sconcertante. Ed hanno respinto la nuova incursione. 
Dopo la quale si è deciso di blindare quel palazzo che un tempo ospitava uffici comunali. Ma che ora è di proprietà di una società che disperatamente cerca di far valere i suoi diritti e che ha presentato una denuncia. 
Perché da tre giorni intorno a quello stabile si sono scatenati appetiti provocati, a seconda dei casi, da disperazione e opportunismo, ma anche interessi economici e persino politici. Ingredienti di un quadro sconfortante che, però, ben rappresenta una città che a pochi mesi dalle elezioni amministrative sforna un numero impressionante di candidati per la carica di sindaco, ma alcuna soluzione per le problematiche di quella che pure è stata una grande città del Mezzogiorno. In grado, un tempo, di partorire politici e cervelli di livello nazionale ed internazionale. Mentre oggi regala uno spettacolo desolante, fatto di permissivismo e spregio quotidiano delle regole, anche le più elementari, del quale il caos di via Plinio è solo un esempio. Del quale sono costrette a farsi carico le forze dell’ordine. 
 
Così dopo l’assalto vanificato ieri pomeriggio dai poliziotti, non senza momenti di tensione e con alcune persone identificate, via Plinio è stata trasformata in un fortino.
Con un presidio fisso di pattuglie dinanzi a quel palazzo intorno al quale si è innescata una furiosa battaglia. Ad accendere il fuoco la notizia, fatta circolare nei giorni scorsi, del possibile arrivo proprio in quel caseggiato, di un cospicuo contingente di migranti. 
Si è tirato in ballo il progetto per la realizzazione di un centro di accoglienza temporanea. Una struttura in cui i migranti vengono ospitati per poco tempo, prima di essere smistati verso le loro destinazioni in tutta Italia. 
Una ipotesi che ha esasperato gli animi. In primo luogo dei residenti della zona, già costretti a convivere con situazioni di degrado sotto gli occhi di tutti alle quali non si è mai posto rimedio. Disagio che ora si sta cercando di convogliare in una petizione, lanciata dal consigliere comunale Vietri per invocare chiarezza. Poi però sulla scena ha fatto irruzione una nutrita schiera di famiglie in cerca di sistemazione. E che ha visto proprio in quella struttura la possibilità di trovare un tetto. L’altro giorno hanno occupato lo stabile al grido «prima noi degli immigrati», costruendo una competizione che non può esserci. Venerdì sera il palazzo è stato liberato e riconsegnato ai proprietari che vorrebbero chiudere gli accessi, divelti dalla furia degli occupanti, per scongiurare altre irruzioni. Proprio come quella sventata ieri pomeriggio. 
Così si scopre che i migranti, ammesso che possano essere inquadrati come un problema, sono davvero l’ultimo problema. 
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