Scamorze contaminate in Arsenale: «Ritirate già con le analisi dubbie»

Scamorze contaminate in Arsenale: «Ritirate già con le analisi dubbie»
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Martedì 17 Gennaio 2017, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 21:02

Nessun rischio di listeriosi tra i dipendenti dell’Arsenale, proprio perché hanno funzionato i controlli. In sintesi è questo il messaggio di risposta della Marina Militare in merito alla notizia pubblicata a seguito della denuncia delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. La nota sindacale rendeva nota la presenza del batterio “listeria” in alcune scamorze presenti nella Mensa dell’Arsenale Militare Marittimo di Taranto. 
La Marina risponde e chiarisce cosa è accaduto e ricapitola i termini della vicenda con chiarimenti da fornire anche alle organizzazioni sindacali. 
Un passo indietro. Nell’ambito dei previsti controlli in attuazione del protocollo Haccp da parte della Direzione dell’Arsenale, il 5 dicembre scorso il laboratorio incaricato ha prelevato dei campioni di scamorze dalla mensa aziendale per l’effettuazione dell’esame microbiologico. Il laboratorio, il 20 dicembre, spiega la Marina, ha anticipato in via informale alla Direzione dell’Arsenale che i primi esiti dell’esame, sebbene in corso di completamento, risultavano non soddisfacenti benché negativi per quanto riguarda il batterio “listeria”. I risultati erano però da considerarsi provvisori e che, a norma del protocollo in materia (Regolamento CE 1441/2007), era necessaria la ripetizione degli esami, ai fini dell’emissione di un rapporto di prova certo con relativo referto. 
 
Comunque nonostante i primi risultati fossero provvisori e richiedessero ulteriori accertamenti, la Direzione dell’Arsenale aveva già provveduto il giorno 21 dicembre ad interrompere la distribuzione di tutti i prodotti lattiero-caseari forniti dalla ditta incaricata. Non solo le scamorzine, quindi. Il giorno 23 dicembre ha poi convocato i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e la Commissione Amministrativa Mensa per fornire loro informazione preventiva su quanto in corso, in attesa degli esiti degli ulteriori necessari accertamenti. 
Nell’ambito dei necessari ulteriori controlli il giorno 27 dicembre sono state ripetute le analisi su nuovi campioni di scamorze acquisite al solo fine di eseguire gli esami microbiologici - quindi non distribuite ai commensali - provenienti da confezioni sigillate che avevano scadenza il 31 dicembre del 2016. Dal rapporto di prova conclusivo, trasmesso alla Direzione dell’Arsenale nella prima settimana di gennaio, al termine dei necessari tempi tecnici per le colture batteriologiche, è emersa la positività dei campioni alla presenza di batterio “listeria”. «Il contenuto del rapporto è stato prontamente partecipato ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e alla Commissione Amministrativa Mensa il giorno 9 gennaio, per le vie brevi, e il giorno successivo in via ufficiale», spiega ancora la Marina con una nota ufficiale. 

Maricommi Taranto, in data 11 gennaio, ha avviato le azioni verso la ditta fornitrice tese a verificare il possesso dei requisiti qualitativi e a chiarire le cause dell’evento assegnando il termine di venti giorni per comunicare le proprie giustificazioni in merito. 
«A tutt’oggi, non essendo stati segnalati casi di listeriosi tra i commensali, non si è reputato necessario avviare una campagna di profilassi, a favore del personale che usufruisce del servizio mensa dello Stabilimento, ne è stata effettuata alcuna segnalazione ai Nas, né alle Autorità Sanitarie esterne», aggiunge poi la nota. 

«Poiché la ditta interessata è risultata aggiudicataria della fornitura dei prodotti caseari nel trimestre corrente, sono all’esame, da parte della Direzione dell’Arsenale, le azioni da intraprendere per la nuova commessa, sulla quale non sono stati emessi ordinativi», precisano ancora. 
Un’ultima precisazione in merito alla vicenda: «È opportuno sottolineare che l’applicazione delle corrette procedure di autocontrollo e di vigilanza sanitaria, normalmente seguite nello Stabilimento e nella Marina Militare, ha costituito e costituisce garanzia di adeguata tutela della salute del personale», conclude la nota della direzione evidenziando dunque che la catena dei controlli e del monitoraggio sanitario ha ben funzionato. 

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