Appalti della Marina: altra raffica di arresti

Indagini della guardia di finanza
Indagini della guardia di finanza
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Giovedì 6 Ottobre 2016, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 19:57

Nove arresti, con accuse pesantissime. Tra le persone coinvolte, cinque imprenditori, un dipendente civile della Marina e un carabiniere, per il quale sono stati disposti i domiciliari. Il carabiniere e' accusato di aver fatto da talpa rivelando notizie sulle indagini ad alcuni degli inquisiti.
È scattata all'alba la nuova retata nell'ambito dell'inchiesta tangenti e stellette, con al centro il presunto valzer di mazzette che avrebbe accompagnato la gestione degli appalti a Maricommi Taranto, con in primo piano la figura dell'ex direttore del reparto, il capitano di vascello Giovanni Di Guardo, arrestato il 14 settembre in flagranza di reato. Oltre a lui, oggi, in carcere sono finiti gli imprenditori Valeriano Agliata, di 39 anni, Pietro Mirimao, di 73 anni, Paolo Bisceglia, di 52 anni, Giovanni Perrone, di 61 anni, Bruno Vitoantonio, di quarant'anni, il dipendente civile della Marina MIlitare Marcello Martire, di 54 anni, ed Elena Corina Boicea, romena di 25 anni, compagna del comandante Di Guardo. Ai domiciliari, invece, il sottufficiale dei carabinieri Paolo Cesari .
In azione gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. I militari hanno eseguito i provvedimenti restrittivi spiccati dal gip Valeria Ingenito su richiesta del pubblico ministero Maurizio Carbone. Le imputazionii alla base degli  arresti, contestate a vario titolo, sono quelle di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta.
Al centro dell'indagine l'assegnazione di appalti della Marina. Gli inquirenti ritengono che a Taranto esistesse un vero e proprio cartello di aziende che gestiva gli interventi liquidati da Maricommi. L'aggiudicazione delle commesse sarebbe stata pilotata dietro il pagamento delle mazzette. Soldi, ma anche capi di abbigliamento, cene e pranzi pagati in ristoranti della città ed altre regalie.
L'inchiesta, che ha evidenziato un volume d'affari ritenuto illecito di circa quattro milioni di euro, era esplosa lo scorso 14 settembre con l'arresto del capitano di vascello Giovanni Di Guardo, direttore di Maricommi. L'ufficiale venne bloccato dai finanzieri poco dopo aver intascato una tangente. Tra gli arrestati di oggi c'è anche la sua compagna di nazionalità rumena.
Con lui quel giorno in carcere fini l'imprenditore Vincenzo Pastore, rappresentante della cooperativa Teoma. Secondo l'accusa, le mazzette sarebbero volate per pilotare la gara d'appalto da oltre undici milioni di euro bandita per i servizi di pulizia e sanificazione nelle sedi della Marina di Taranto e Napoli. Quattro giorni dopo in cella, con le stesse accuse, è finita anche la tenente di vascello Francesca Mola, capo dell'ufficio contratti di Maricommi Taranto. Oggi il nuovo picco con l'allargamento dell'inchiesta.

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