Una lettera con 115 firme a sostegno della Baldassari. I partiti ora che faranno?

Una lettera con 115 firme a sostegno della Baldassari. I partiti ora che faranno?
di Michele MONTEMURRO
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Giovedì 9 Marzo 2017, 05:31 - Ultimo aggiornamento: 14:08
Il mondo delle professioni scende in campo con 115 firme per sostenere la candidatura a sindaco della direttrice della Casa circondariale di Taranto, Stefania Baldassari. Tra questi ci sono commercianti (tanti del Borgo), imprenditori, medici, docenti, professionisti (molti avvocati), impiegati, studenti e anche sette esponenti delle forze dell’ordine. Tra i 115 firmatari c’è persino un dirigente della Nato. 
L’iniziativa è stata sostenuta dall’avvocato Enzo Sapia e dal dottor Vincenzo Scialpi attraverso una «lettera di sostegno» a seguito «della recente “dichiarazione d’intenti” della dottoressa Stefania Baldassari comparsa sulla stampa con la quale affermava di essere disponibile a mettersi al servizio della sua città». Scialpi e Sapia si sono fatti promotori, solo in «48 ore», di ricavare le firme per una “lettera aperta” di sostegno civico alla candidatura della direttrice, affinché cominci «immediatamente il suo percorso di impegno per “progettare” e “ricostruire” una realtà cittadina - scrivono i due - che attualmente ci vede agli ultimi posti in tutti le graduatorie riguardanti gli indici di vivibilità». 
Nella lettera inviata alla stampa, citano l’iniziativa fortemente voluta nei mesi scorsi dal coordinatore provinciale di Forza Italia, Michele Di Fonzo, che chiese un contributo alle associazioni, ai movimenti e ai cittadini per stilare un programma da suggerire al prossimo sindaco. «Nei mesi scorsi - si legge nella lettera - Taranto ha visto riunirsi nel cuore della Città Vecchia, all’interno degli splendidi locali dell’Università, alcuni dei principali “attori” della vita imprenditoriale, professionale ed istituzionale cittadina al fine di sensibilizzare le coscienze di tutti i maggiori interpreti della realtà territoriale sulle possibilità, sulle potenzialità e sulla necessità di iniziare a pensare qualcosa solo per il bene di Taranto. È stato come un volersi ritrovare “lì dove tutto ha avuto origine” e “lì da dove tutto deve ripartire”, Città Vecchia ed Università appunto, per ragionare del nostro presente e del nostro futuro». 
 
Nella lettera firmata dai 115 si fa riferimento, dunque, agli interventi di “Taranto progetta Taranto – 11 idee per ripartire”, da «quelle dichiarazioni d’intenti - prosegue la lettera - che miravano ad evidenziare ed amalgamare le risorse migliori del nostro territorio al fine di individuare un ormai indispensabile e non più procrastinabile percorso di rinascita economica e culturale che fosse il più possibile condiviso e condivisibile. Mancava in quella sede l’individuazione di una persona che, alla guida di tutte le forze buone di questa città, potesse mettere in pratica tutte quelle idee e quei progetti non solo utili ma addirittura indispensabili per la crescita di Taranto». Una persona che i firmatari hanno ora individuato: «Oggi finalmente - si legge - la città ha un candidato alla carica di sindaco di assoluta e comprovata capacità, la dottoressa Stefania Baldassari, direttrice della Casa Circondariale, persona preparata e professionista seria ed instancabile, al di sopra di ogni interesse di partito, spinta soltanto dall’amore incondizionato per Taranto». Una donna che, da quanto si apprende, «entusiasma per la sua determinazione e la sua dedizione e sensibilità verso la nostra terra. Oggi, con rinnovate energie, ci apprestiamo ad affiancare il nostro candidato sindaco per redigere un programma utile alla città ed aderente alle aspettative di crescita e di benessere di questa terra. Oggi - conclude la lettera - finalmente è arrivato il momento di non parlare più di progetti ma di aprire il #cantieretaranto». 
E a partire, dopo questa lettera, evidentemente non è solo l’hashtag ma anche una candidatura che fino ad oggi non è ancora ufficiale.
Attorno alla Baldassari per ora ruota tutto il resto. Da destra a sinistra in molti stanno ragionando sull’ipotesi di convergere sulla direttrice del carcere, restano da definire però le “regole d’ingaggio”: chi sarà disposto a rinunciare al proprio simbolo di partito per sostenere la candidatura? Qualora dovessero essere interessati i partiti alla Baldassari, il centrodestra rinuncerebbe ai propri simboli in caso di convergenza del centrosinistra, che però non ne farebbe a meno? Il silenzio apparente di queste ore è determinato da questi due quesiti, le cui risposte determineranno un effetto domino su tutto e tutti.
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