L'addio a suor Anna, sepolta dal terremoto

L'addio a suor Anna, sepolta dal terremoto
di Francesca CIURA
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Martedì 30 Agosto 2016, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 11:38

«Di fronte allo smarrimento causato dalla disperazione di questi giorni, il sacrificio di suor Anna, la sua devozione verso gli ultimi, verso gli orfani, ci indica un punto fisso: la fede, che deve darci la forza di ricostruire». Con queste parole, l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, che ha celebrato nella piccola chiesa di San Michele Arcangelo a San Simone le esequie di suor Anna Serio (morta a seguito del crollo del convento delle Ancelle del Signore ad Amatrice), ha voluto infondere coraggio ai parenti della religiosa ed allo stesso tempo ha invitato l’intera comunità a guardare con fiducia al futuro, proprio sull’esempio di suor Anna.

«Per mezzo di suor Anna – afferma il vescovo - le persone colpite oggi sono ancora più vicine. Il terremoto non ha rivoltato le viscere della terra solo nell’Italia Centrale; il terremoto ha colpito tutta l’Italia, ha colpito la nostra terra. Suor Anna testimonia che il terremoto ha colpito tutti noi». Una vita, ha ricordato l’arcivescovo, dedicata ad aiutare i più bisognosi già quando nell’immediato dopoguerra a Matera si dedicò alle cure di bambini indigenti.  «Così, in provincia di Rieti, ad Amatrice, nell’istituto fondato da don Minozzi - prosegue - dove ha consumato i suoi giorni a servizio degli ultimi». Suor Anna lascia una testimonianza importante anche attraverso un suo scritto. «Alla luce della mia semplice e povera storia vocazionale, vorrei invitare tutti – scrisse - ed i giovani in particolare, ad aprire le porte del cuore a Cristo e di non aver paura di seguirlo ad essere forti e generosi testimoniando con la vita l’amore per Dio e per i fratelli. Gesù ci ama e ci rende felici. Seguiamolo».

Ed è sul significato profondo di questi pensieri che secondo l’arcivescovo di Taranto occorre fermarsi a riflettere per trovare la forza di ripartire. «La mia esperienza - afferma – mi dice che solo quando si saranno spenti i riflettori dei mezzi di comunicazione verrà la vera sfida». Santoro ricorda l’esperienza personale vissuta negli anni in cui era vescovo di Petrópolis, un comune del Brasile dello stato di Rio de Janeiro, colpito nel 2011 da una terribile alluvione che causò oltre 500 vittime. «Dopo un mese – racconta - nessuno ne parlava più. Ma con i cittadini disastrati e  le persone di buona volontà abbiamo costituito un “Fronte per la ricostruzione” che ancora continua il suo lavoro. Qui si dimostra il vero volto della solidarietà e della serietà dei governanti». Di fronte alla gravità dei fatti che non hanno colpito solo il centro dell’Italia ma tutte le comunità, anche quella piccolissima di San Simone, a cui apparteneva suor Anna, secondo monsignor Santoro, non si può restare paralizzati ma è indispensabile trovare la forza per dare ognuno un prezioso contributo di condivisione e di solidarietà. Per farlo occorre impegnarsi fattivamente a fornire aiuti concreti. «La colletta del 18 settembre – annuncia il vescovo - di tutte le parrocchie italiane è un appuntamento importante che non possiamo mancare insieme a tutte le altre iniziative che la Caritas vorrà indicarci».

Ma c’è di più. I parenti di suor Anna, il fratello Gaetano, sua moglie, cugini e tanti nipoti, in collaborazione col Comune di Crispiano, si dicono pronti a costituire un Comitato per aiutare i parenti delle vittime. «Questa tragedia – dice il sindaco Egidio Ippolito presente ai funerali – non coinvolge solo i luoghi del terremoto, ma tutti indistintamente, anche una piccola comunità come la nostra che attraverso suor Anna, figlia di questa terra, si sente ancor più partecipe del dolore».