E dalla voragine zampillano liquami

E dalla voragine zampillano liquami
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Domenica 23 Ottobre 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 14:40
Crolla il manto stradale e galleggiano i liquami. Un cattivo odore asfissia la zona. 
È emergenza sanitaria. Ieri è accaduto quello che si temeva da tempo e per fortuna, non ci sono stati danni a persone. Sava, comune jonico che conta circa 16mila abitanti vive ancora oggi, i disagi e i rischi derivanti dalla mancanza di un impianto fognante.
 
Durante la mattinata di ieri, un tratto di manto stradale è crollato all'interno del cortile delle palazzine dell'Arca Jonica ex Iacp, le case popolari di via Trento. Il passaggio di un mezzo pesante avrebbe provocato l'apertura della voragine, proprio poco distante dalla botola d'ingresso di una fossa biologica, comunemente chiamata pozzo nero. Sotto il manto stradale è stato subito evidente il galleggiamento dei liquami che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, potrebbero avere, nel tempo corroso i pilastri della fossa stessa. 
Sul posto, immediato si è reso l'intervento dei vigili del fuoco di Manduria e della polizia municipale di Sava. L'area è stata transennata e la voragine, particolarmente pericolosa perchè si trova al centro del cortile, è stata momentanamente coperta. Sul luogo, sono intervenuti anche anche l'assessore ai lavori pubblici, Pasquale Calasso, accompagnato da tecnici del comune, dal consigliere delegato alla polizia municipale Cataldo Zurlo e dal primo cittadino, Dario Iaia. 

Ed è il sindaco che, con forza e rabbia, denuncia lo stato di emergenza nel suo paese. «Lo diciamo da anni ma, purtroppo, le logiche della politica o meglio, dei politicanti prende spesso il sopravvento sui reali interessi delle comunità. A Sava, la situazione è ormai intollerabile. Noi abbiamo diritto ad un sistema fognante che funzioni e ad un depuratore. Quello che è successo ieri, non è un caso. La presenza di tante fosse biologiche in tutto il paese, sta creando una situazione di pericolo costante ed il cedimento strutturale della copertura della fossa biologica accaduto ieri ne è la dimostrazione. Cosa si sta aspettando? Che ci scappi il morto o che qualcuno si faccia male? Ieri, è andata bene perché, in quelle palazzine, vivono tanti bambini e se qualcuno si fosse ferito o peggio ancora, cosa sarebbe accaduto? Chi ne avrebbe risposto? In questi anni, dalle Regione abbiamo avuto solo risposte parziali e negli ultimi mesi, con il presidente Emiliano, la situazione è peggiorata perchè non si intravede nessuna soluzione. Mentre a Gallipoli, a Tricase, a Fasano si investe per potenziare i depuratori, da noi non c'è soluzione, ma solo una montagna di chiacchiere che ha nauseato come i cattivi odori. Credo che oramai si sia raggiunto il limite e chi ha avuto ed ha atteggiamenti omissivi rispetto a questo problema, debba esserne chiamato a risponderne». 
Intanto, nella giornata di ieri, la fossa biologica dello Iacp è stata in parte svuotata a spese del Comune e le 40 famiglie che vivono in quegli appartamenti non dovrebbero subire ulteriori disagi. Nei prossimi giorni, tecnici specializzati dovranno verificare lo stato degli altri pilastri e valutare la situazione, in modo da stabilirne eventuali nuovi interventi.

Ad oggi, la questione depuratore consortile, è quantomai controversa. «In effetti – chiarisce Iaia, pur essendo decorsi quasi tre anni, dall'aggiudicazione definitiva dell'appalto, non si parla ancora di inizio lavori. Nei mesi scorsi, è stato presentato un progetto alternativo al ministero dell'ambiente che prevedeva la realizzazione di pozzi per combattere la salinizzazione della falda, ma tale proposta è stata bocciata dallo stesso ministero in quanto in violazione della normativa vigente che non consente lo scarico in falda».
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